Almanacco veneziano o veneto della settimana 41 – lun. 10 ottobre

Si tratta di un almanacco dove riunisco alcune notizie degne di nota, aggiungendoci del mio.

Di tanto in tanto, tra le righe, troverete qualche bella foto che ho scattato nella capitale della Serenissima.

 

ALMANACCO DELLE 17

Oggi, 10 ottobre 1764, si spegneva a Venezia l’architetto Giovanni Scalfarotto.
Unitamente al nipote, Tommaso Temanza, diffuse in Venezia quel gusto romano legato al Pantheon.
Vi faccio due esempi: San Simeon Piccolo, la chiesa vista questa mattina in foto, e la Maddalena del Temanza, vista tempo fa (quella con l’occhio e il triangolo sopra il portale).
Recentemente alcuni esperti sostengono che la sua opera più vistosa, San Simeon Piccolo, appunto, il primo cupolone verde che si osserva uscendo dalla stazione, non sia un suo lavoro, non completamente almeno, essendo stato lui un architetto modesto. Non lo so… 🤷‍♂️
Di notevole, eccome, ho trovato di suo il “Tezon dei Squadratori” all’Arsenale. Una specie di magazzino/segheria dove si lavoravano i legni squadrandoli.
Ricostruito su suo progetto (ne fu capo lavori ”proto” dal 1711 al 1754) risultò un’opera notevole. Le dimensioni di quell’unico spazio completamente libero (no colonne!) erano di circa 150 m. per una larghezza di 28 con l’altezza al colmo di 22 metri! 😮 Che robe! Vien davvero da pensare a quale potenza navale fosse Venezia!
Impressionante… googlate “tezon dei squadratori” e gustatevi qualche foto del suo interno, per fortuna recuperato e restaurato. Probabilmente però lo hanno spezzato sia in lunghezza che in altezza. C’ero stato tanti anni fa, era pieno di stand, sinceramente non mi ricordo… Per chi volesse approfondire ho trovato foto e articolo sul sito della Marina Militare, vi metto il link in un commento.
Ciao! 😘

ALMANACCO DELLE 17
Oggi, 11 ottobre 1851, muore a Venezia il patriota Luigi Dottesio.
Beh, visto che in questi giorni si fa un bel parlare di patriottismo e resistenza… 🙄
Il comasco fu imputato d’avere diffuso libri e volantini (la faccio semplice) rivoluzionari di liberazione, contro l’Impero Asburgico naturalmente.
Con un certo stupore fu condannato alla pena capitale per impiccagione, condanna eseguita in Campo di Marte… non facile da trovare sul web e sui libri.
(Mi viene dato in Giudecca, ma penso che sia il campetto davanti all’ingresso del carcere, dove c’è praticello della ex chiesa di S.M. Maggiore. Magari c’è anche una targa in memoria. Se qualche veneziano avesse notizie… grazie.)
L’esecuzione pubblica maldestra fu straziante.
Non aggiungerei altro. 😞…e anch’io non sapevo chi fosse prima di ieri.
Su Wikipedia trovate una pagina intera a lui dedicata.
Ciao! 🖐

ALMANACCO DELLE 17
Oggi, 12 ottobre 1427, si combatte la Battaglia di Maclodio.
Un’altra ancora, combattuta dalla Serenissima, questa volta in terraferma.
Maclodio si trova in Lombardia, sulla strada tra Orzinuovi e Brescia.
Lo scontro avvenne tra le truppe milanesi e veneziane e si narra che durò molto poco non arrivando alla sera dello stesso giorno. (Di notte non si combatteva, vero, ma il giorno dopo era già tutto finito!)
Migliaia di soldati, cavalieri, arcieri, forse in più di quarantamila schierati su quei campi acquitrinosi.
Per i veneziani fu una vittoria schiacciante, quasi tutti i milanesi sopravvissuti di Francesco Sforza furono fatti prigionieri. (Ricordo che molti soldati erano mercenari).
Per le sorti della battaglia, decisive le mosse del comandante veneto, il Carmagnola, anche se dall’altra parte non c’erano proprio degli scappati di casa… lo stesso Sforza e il Piccinino: la crem dei condottieri e comandanti di ventura.
Anche il Carmagnola non era veneto, ma un capitano di ventura piemontese in quel periodo al soldo di Venezia.
Sia la battaglia – chi sostiene sanguinosa e chi in fondo non così cruenta, – sia i suoi protagonisti passarono alla storia. (I poveracci fatti a pezzi, immagino, passarono a concime, scusate il realismo.)
I veneziani estesero definitivamente il loro dominio di Terraferma su Brescia e Bergamo con le sue valli, la prima rimase fedele alla repubblica fino alla sua caduta (1797). Pochi anni dopo Maclodio, nel 1438, per difenderla, la Serenissima compirà un’impresa a dir poco titanica, tramandataci come “Galeas per montes”. Googlate, googlate… 😄
Se Lepanto, incontrata pochi giorni fa, fu vista come una delle battaglie in mare più sanguinose, Maclodio fu il suo analogo in terraferma italiana, in quanto venne ricordata come una delle battaglie più cruente simbolo delle guerre fratricide medievali italiane.
Al vittorioso comandante veneziano poi non andò benissimo. Nonostante la sua notorietà nella capitale, fu sospettato di tradimento e poi imputato.
Dopo la vittoria di Maclodio avrebbe potuto prendere Milano, ma non lo fece, e il giorno dopo liberò migliaia di prigionieri… insomma, c’era il sospetto che in segreto lavorasse ancora per il suo precedente datore di lavoro, il Duca di Milano, appunto! (… e poi lamentatevi quando un parlamentare cambia casacca 😄)
Altre faccende belliche che seguirono da lui dirette non funzionarono; non bene… Perse la testa la sera del 5 maggio del 1432 tra le due famose colonne di San Marco. 🙄
Sulla battaglia e sui protagonisti, ripeto, molto è stato scritto dagli autori. Non parliamo poi sul doge che c’era a Venezia: Francesco Foscari. “I Due Foscari” non vi dicono niente?
Uno su tutti il nostro Manzoni che volle evidenziare l’inutilità (e forse la stupidità aggiungo io) delle guerre fratricide, con la nota tragedia “Il Conte di Carmagnola” e la poesia finale “La Battaglia di Maclodio”… ma a scuola preferirono farmi imparare a memoria il 5 Maggio, che però non c’entra nulla col nostro sfortunato capitano di ventura. 🤔 (Un sassolino…)
Per la cronaca: i documenti inerenti il processo e la sua condanna con pubblica esecuzione – mica roba da poco eh! I capitani di ventura di quei tempi… altro che pop-star e influencers di adesso… a quelli il Senato veneto faceva creare i monumenti a cavallo dai più grandi scultori viventi! Colleoni=Verrocchio! 😮

ALMANACCO DELLE 17
Oggi, 13 ottobre 1822, muore a Venezia lo scultore veneto Antonio Canova.
È stato uno dei più grandi scultori al mondo. Per il suo stile neoclassico e la sua bravura venne anche chiamato il “Nuovo Fidia” .
Giovinetto lavorò come garzone a Venezia nella bottega del Torretti, scultore già incontrato durante i percorsi postati su questa pagina.
Riposa a Possagno, nel suo grandioso mausoleo: il Tempio Canoviano, dove fu seppellito dopo due funerali, uno di questi con grande partecipazione a Roma.
Chicca finale: ❤️
il suo cuore a Venezia “batte ancora”, nelle Basilica dei Frari all’interno del suo monumento funebre.
Ciao! 😘

ALMANACCO DELLE 17
Oggi, 15 ottobre 1755, nasceva a Venezia Giustina Renier Michiel… senò qui parliamo solo delle morti! 😄
Che dire, donna dotta e dotata, di famiglia nobile… e per forza. Visse persino a Roma nel palazzo… nel palazzo… beh, in quello che piaceva tanto a lui! 🚂 ⏱ (*)
Già in quella città iniziò a distinguersi per le sue capacità. Immagino che oltre che mediamente intelligente come minimo, fosse anche colta e sveglia.
Tornata a Venezia mise su un salotto culturale molto importante, direi anche internazionale visto la presenza di Lord Byron. Non mancavano però anche importanti italiani come Foscolo, Pindemonte, Canova ecc.
Non vorrei dilungarmi sull’importanza che ebbero i salotti veneziani condotti da donne in quella Venezia (capitale) così vicina alla fine dei suoi giorni. Se una certa venezianità c’è pervenuta, probabilmente è grazie anche al loro impegno.
Tra i suoi lavori scritti, ci ha lasciato l’Origine delle Feste Veneziane. Un testo che poi ha subito moltissime ristampe e si trova ancora oggi.
Inoltre, mi pare che sia stata la prima a tradurre Shakespeare per noi ”sempliciotti”: “Opere drammatiche di Shakespeare volgarizzate da una dama veneta”. Altri tempi, altre penne… 🙂
Ciao! 😘
(*) Treni in orario.

 

Aggiungo inoltre, l’almanacco del giorno 7 ottobre su Lepanto, essendo molto piaciuto.

ALMANACCO DELLE 17
Oggi, 7 ottobre 1571, eh!… È un giorno destinato a rimanere nella storia, non solo per la Serenissima, ma per tutto il mondo cattolico.
Non so se sia per colpa di questa specie di politicamente corretto che si intrufola un po’ ovunque, anche nel buon senso a quanto pare, ma di questa battaglia in mare parlano in pochissimi, mi immagino a scuola. 🙄
Non è un’offesa ma è il passato: crudo, a volte guerrafondaio, che non va osannato ma nemmeno ignorato, buono o cattivo ci serve, per ciò che saremo, per ciò che dovremo essere. O no? 🤷‍♂️
Parliamo della Battaglia di Lepanto, Magne Navalis Victorie, su cui sono stati scritti testi, enciclopedie (forse esagero), migliaia di pubblicazioni. Probabilmente la battaglia navale più grande e sanguinosa della marineria a remi.
La vinse la coalizione cattolica contro i turchi, grazie al generoso contributo di Venezia capitale, che, ricordo, era un impero o, se volete, uno degli stati più potenti.
(Mi levo un sassolino… Quando gli “esperti” parlano degli stati italiani del ‘4-5-600 sottomessi agli spagnoli o ai francesi di turno, non ne capisco il motivo, ma spesso, tolto Alessandro Barbero -vero storico- gli “esperti” non considerano mai la Serenissima come stato forte e indipendente per almeno 10 secoli. La Terraferma (territori veneti) partendo dalla laguna arrivava fino alle porte di Milano: la giara d’Adda, ne parla persino il Manzoni: “ E quella riva lì, è bergamasca? ” “ Terra di san Marco. ” “ Viva san Marco! ” esclamò Renzo… Scusate! Ma non era in Italia?)
Continuiamo…
Pensate che i due terzi dei soldati morti, su 8 mila del fronte vincente, furono veneti. Trentamila marinai turchi perirono. Sebastiano Venier il comandante della flotta veneziana divenne un semidio. (Anche se a Venezia bisognava andarci molto cauti con i personalismi… si rischiava di perdere la testa 😉).
Una curiosità: per la prima volta vennero messe in mare le galeazze; avete presente quei film sui pirati nei Caraibi? Galle enormi che portavano artiglieria pesante, anche sui lati per capirsi, un progetto veneziano nato e sviluppato in gran segreto all’interno delle alte mura dell’Arsenale… ricordo che i campanili vicini, tipo San Francesco della Vigna, avevano il lato murato per impedirne la visuale!
(Un aneddoto: anni fa giravo col mio zainetto a spalle vicino alla Scuola di San Giovanni Evangelista. Scambio due parole con un signore distinto, mi pareva un nobile. Accertatosi che non ero proprio appena sceso dal pero, mi mostrò un sepolcro indicandomi che vi era sepolto l’inventore delle galeazze). Indagheremo… 🤔
Altra curiosità: su una galea spagnola era imbarcato Cervantes che perse l’uso della mano sinistra. Ricoverato a Messina pare che iniziò il suo Don Chisciotte… poi sappiamo che ne passò molte altre di avventure.
La Repubblica di San Marco non ne guadagnò un granché, o magari la spinta da parte di qualche ricco a costruire ville bellissime lontano dalla capitale visto che il grande nemico era stato allontanato – ricordate: “mama mia el turco!”? – Ma poi, si sa, i veneziani erano abilissimi uomini d’affari e anche abilissimi diplomatici… e poi, si sa, il Turco alla fine era pur sempre un ottimo… buyer, diremmo oggi.
Costantinopoli -ops!- Istanbul rimaneva piena di veneziani, quasi tutti commercianti. Sembra che il gran sultano in persona durante le firme dei vari trattati confidò al funzionario veneziano: “avete bruciacchiato la mia barba, ricrescerà”. In realtà esiste anche un’altra versione di queste parole… ma facciamo sera. 🥱
E adesso, pace ✌️✌️
Scusate se non andato un po’ lungo… Ciao! 😘
***
Che dite? Ce n’è di storia in un sola settimana di Serenissima, vero?
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Grazie