Almanacco veneziano o veneto della settimana 41/42

Si tratta di un almanacco dove riunisco alcune notizie degne di nota, aggiungendoci del mio.

Di tanto in tanto, tra le righe, troverete qualche bella foto che ho scattato nella capitale della Serenissima. Partiamo da sabato 15 ottobre.

Oggi, 15 ottobre 1755, nasceva a Venezia Giustina Renier Michiel… senò qui parliamo solo delle morti! 😄
Che dire, donna dotta e dotata, di famiglia nobile… e per forza. Visse persino a Roma nel palazzo… nel palazzo… beh, in quello che piaceva tanto a lui! 🚂 ⏱ (*)
Già in quella città iniziò a distinguersi per le sue capacità. Immagino che oltre che mediamente intelligente come minimo, fosse anche colta e sveglia.
Tornata a Venezia mise su un salotto culturale molto importante, direi anche internazionale visto la presenza di Lord Byron. Non mancavano però anche importanti italiani come Foscolo, Pindemonte, Canova ecc.
Non vorrei dilungarmi sull’importanza che ebbero i salotti veneziani condotti da donne in quella Venezia (capitale) così vicina alla fine dei suoi giorni. Se una certa venezianità c’è pervenuta, probabilmente è grazie anche al loro impegno.
Tra i suoi lavori scritti, ci ha lasciato l’Origine delle Feste Veneziane. Un testo che poi ha subito moltissime ristampe e si trova ancora oggi.
Inoltre, mi pare che sia stata la prima a tradurre Shakespeare per noi ”sempliciotti”: “Opere drammatiche di Shakespeare volgarizzate da una dama veneta”. Altri tempi, altre penne… 🙂
Ciao! 😘
(*) Treni in orario.

 

Oggi, 17 ottobre 1797, brutta, brutta, brutta cosa… il Trattato di Campoformio. 😡
Il generale Napoleone dopo belle promesse di un nuovo stato democratico ventata di modernità legalité fraternité bla-bla-bla… cede Venezia e i suoi territori (mica robetta: guardatevi le cartine coeve del Mediterraneo) agli austriaci. 😒
Ma dico?! Ma come avete fatto veneziani a fidarvi di lui? Vi ha tradito e poi vi ha preso a pesci in faccia! E bresciani bergamaschi veronesi… in quasi tutto lo “Stato de Tera” i contadini hanno preso rastrelli e falci facendosi sparare addosso all’urlo di “W San Marco”!!
E dopo tutto questo, il Papa, Pio VI… pure lui, ma no poteva immaginare come sarebbe andata? Poteva salvarla almeno lui un po’ di dignité… niente. 🙄
I giacobini ridicolizzarono il Doge e il Gran Consiglio per come erano vestiti nel giorno dell’abdicazione, vado a memoria ma ho tutto nei miei libri… e guardate poi per l’incoronazione a imperatore come s’erano apparecchiati lui e i suoi?! Ridicoli dai! S’era proprio montato la testa. 🙃
Da lì in poi lo scempio e il furto di moltissime opere d’arte veneziane… c’è chi stima oltre 70 mila!
Mmm… che rabbia! Chiudo qua! Ciao😘

No dai, mi sono calmato… non resisto, vi do una chicca.
Quasi tutti i leoni di San Marco (il brand della Serenissima) furono distrutti scalpellandoli in quanto ricordavano l’antica repubblica che andava semplicemente annientata.
Se ne occupò personalmente un generale, quasi mio omonimo tra l’altro. Quelli che vedete in bella mostra a Venezia e nelle città venete e lombarde spesso sono soltanto copie.
Uno originale si trova sul Forte di San Andrea, passaggio acqueo in laguna dove fu affondata una nave francese. Il leone marciano in questione, una lapide, era enorme, così invece di scalpellarlo lo spaccarono in due per poi buttarlo in mare… ecco, quello si è salvato probabilmente grazie a un po’ di pigrizia giacobina.
Alcuni leoni sopravvissuti si possono ammirare nelle isole dello Stato da Mar; in pratica il Mediterraneo orientale.

Oggi, 18 ottobre 1706, nasce a Venezia Baldassare Galuppi, destinato a diventare uno dei più grandi musicisti della sua epoca.
Per la precisione nacque a Burano, la stupenda isola vicina Torcello, quella col campanile storto e tantissime case coloratissime che la rendono unica.
Proprio per queste sue origini fu soprannominato il Buranello.
Che dire, all’inizio non era un granché, mancavano gli studi, quelli veri.
Provò comunque a rappresentare a Chioggia un suo componimento: un’opera buffa, ma raccolse gran secchiate di verdura marcia 🥦🥬🧅 (una mia licenza 😄).
Sul punto di rinunciare alla sua passione: la musica, non ho capito come (se sappiamo come andò), il suo destino incontrò Benedetto Marcello, quello a cui è dedicato il Conservatorio di Venezia… fate voi. Il Fattore C, eh? 🍀
Ne colse il potenziale e lo fece studiare. Contrappunto, tre anni, al clavicembalo (quello strumento che assomiglia al pianoforte dove le corde invece di essere battute da un martelletto, vengono pizzicate).
Da lì fu una continua serie di successi sia come pianist… ops, clavicembalista – il piano era ancora in gestazione, anzi, vi aggiungo che l’inventore pare sia stato un veneto al servizio dei Medici – che come compositore, ma di opere dal sapore frizzante e divertente. Lunga infatti poi la collaborazione col Goldoni (il dramma giocoso).
Era talmente famoso che lo vollero in Russia alla corte di San Pietroburgo. Strapagato. Da tutte le parti si ricorda che alla prima, Caterina II fu così entusiasta che gli fece recapitare il giorno seguente una tabacchiera tempestata di diamanti 💎💎con dentro un gruzzoletto di 1000 ducati d’oro. 💰 😲
Oggi, dai, tolto qualche appassionato d’organo e teatro goldoniano, non è più di tanto famoso.
Però, se vi capita di sentire una musichetta con archi e clavicembalo vivace e scherzosa, un po’ tipo Vivaldi, ma non Vivaldi, beh, potrebbe essere lui.
Ciao! 😘

 

Oggi, 19 ottobre 1445, il senato veneziano stabilisce una salatissima multa e due anni di prigione chiusi nei “pozzi” per chi falsifica le pietre preziose.
Eh, qui c’è materiale per scriverci una saga. 😄
Anni fa sono rimasto affascinato dalla lettura di un romanzo ambientato in una Venezia un po’ distopica (ormai sapete tutti che vuol dire: l’opposto di utopica) legato ai segreti dei maestri vetrai muranesi… spie, omicidi, ecc.
Alchimia e formule segretissime in una Murano controllata da una sorta di grande fratello orwelliano (ora forse me lo sto un po’ inventando 🙂).
Ho avuto la fortuna di studiare mineralogia, esame durissimo da superare, che un po’ mi ha introdotto nelle tecniche di studio dei minerali prima e delle pietre preziose in seguito. Studio strutturale del sistema e chimico-fisico, microscopia ecc… vengo al dunque 😄…. Ma voi vi immaginate un campagnolo arricchito, o un figlio di papà, chiamiamolo così, che arriva nella Venezia del ‘400, l’ombelico del mondo, pronto a investire il suo gruzzolo in diamanti? Povero… 🤦‍♀️ (Oddio, pare che anche al giorno d’oggi, qualche vip…🙄)
Rubini, diamanti, smeraldi, tutto veniva imitato alla perfezione dai vetrai muranesi, da qui questa legge durissima contro le falsificazioni.
In tutta Venezia si lavorava il vetro da tempi lontani, ma fu sul finire del 1200 che il Senato decise di riunire le fornaci sparse per la città sull’Isola di Murano, forse per il timore di incendi… a Venezia erano una vera calamità, più della peste e del Turco messi assieme.
In pratica, forse senza averne l’intenzione, crearono il primo distretto industriale ”moderno” delle storia.
Conoscenze, segreti mai confessati, scoperte incredibili, tutto su quell’isola gomito a gomito.
Nel Medioevo e poi col rinascimento le conoscenze furono così alte che si intervenne per chiudere l’isola custodendone il più possibile i suoi segreti; ovviamente si parlava di soldi, schei, tanti schei che entravano anche nelle casse dello stato.
I maestri e i vetrai non potevano lasciare la capitale senza uno specifico lasciapassare ma godevano di benefici importanti, ad esempio alle figlie era concesso maritare nobili e potevano pure girare armati. Famosissimo ai sui tempi Angelo Barovier, che a metà del ‘400 trovò la formula per produrre un vetro assolutamente trasparente, chiamato ”cristallo veneziano”. Cercando notizie sulla sua collaborazione per il progetto “Sforzinda”: una città ideale nella testa degli Sforza granduchi di Milano, ho scoperto che la sua eredità produttiva è ancora presente sul mercato. 👏👏 (Secoli di storia che ora rischiano di chiudersi per le bollette… follia! ).
Sulle perle veneziane (l’arte è divenuta patrimonio Unesco) e sui gioielli ci sarebbe moltissimo da scrivere, pare che recentemente ne siano state trovate di molto antiche (pre-Colombo) in siti abitati da esquimesi in Alaska. 😮
E, visto che l’ho nominato, le perle di Murano erano molto usate per gli scambi commerciali con le popolazioni native durante le esplorazioni; ho letto che Colombo le offrì finalmente sbarcato a San Salvador.
Ciao! 😘

Oggi, 20 ottobre 1587, muore a Poggio a Caiano, in Toscana, Bianca Cappello.
Bianca Cappello? Chi era? 🤔
Beh, era una veneziana divenuta granduchessa di Toscana.
Negli almanacchi non si trova, ma non ve ne parlo per piaggeria verso le donne, diciamo che è stato determinante il fattore C e un pizzico di preparazione, poiché ieri era morto suo marito il granduca Francesco dei Medici; e ricordando qualcosa di letto in passato…
Beh, partiamo dall’inizio di questa storia veramente al limite del romanzo thriller e del giallo… chissà quanti ne avranno scritti.
La giovane Bianca Cappello viveva nella Venezia del ’500 con la sua famiglia nei pressi del Ponte Storto a San Apollinare, in un bel palazzo, essendo di famiglia ricca e nobilissima.
Si innamorò di un signore che le abitava di fronte, Pietro Bonaventuri, toscano. Egli era a Venezia per curare le faccende dei ricchi Salviati di Firenze.
Scapparono di notte e si sposarono nella capitale toscana. La famiglia Cappello ne ebbe a male… molto male. 👎
A Firenze, tra feste ed incontri la gentildonna veneziana piacque molto al figlio del gran capo Cosimo, Francesco dei Medici, sì, il primo Francesco, anche se era già sposato con Giovanna d’Austria.
Senza tante remore e sensi di colpa i due divennero amanti e lui le regalò un sontuosissimo palazzo con tanto di tunnel segreto che portava al suo Palazzo Pitti (c’è ancora), gioielli, pellicce e un bel SUV Porsche Cayenne dorato! 🚖 Bravo Franci, così si fa! 👏 👍
Erano davvero innamorati e poi, va detto, che a vederla nei quadri, Bianca era molto avvenente e in forma… non è che Francesco anelasse a un bel erede maschio, visto che Giovanna continuava a partorire solo femmine, una dietro l’altra? Povera… Che tempi ragazzi!
Eh, ma Bianca è sposata con quel bel furbacchione del Bonaventuri (l’aveva un po’ ingannata sulle sue reali possibilità finanziarie, ma si sa, l’amore basta, o no?)… Molto male. 👎
Il povero Pietro Bonaventuri fu assassinato, chi dice dalla famiglia dell’amante con cui tradiva Bianca, i Ricci, chi… beh, l’altro pretendente, no?
E poi… la Serenissima: che stava a guardare?
La famiglia Cappello a Venezia aveva tirato fuori bei schei 💰💰 per vederlo ai ceppi quel farabutto… vivo o morto.
Allora, ecco, Bianca ora è vedova… (sto attingendo da più fonti e inizio un po’ a perdere il filo 🙄) salta fuori un Antonio, bambino che ci servirà più avanti nella storia.
Nel frattempo, la povera austriaca Giovanna, dopo un numero imprecisato di bambine, finalmente mette al mondo l’erede tanto atteso dal granducato: W Filippo de’ Medici! W! W Filippo! Festa a corte. 👏🎉🎉
E la nostra Bianca, secondo voi, come la prende? Levatole il jolly dell’erede, ora si trova contro il suocero Cosimo e il cognato: il cardinal Ferdinando. Come sarebbe sopravvissuta alla corte dei Medici?
Mm… io la zuppa l’avrei prima fatta assaggiare al micio! 🐈 Molto male. 👎
Ma, destino crudele, Filippo, il povero futuro erede mediceo, muore bambinetto a soli quattro anni.
Eh, e la mamma, Giovanna d’Austria?
Niente, prima ancora della morte dell’erede, cade dalle scale portando via con sé anche il bimbo di cui è incinta.
Il tempo scorre, ce n’è passata di acqua sotto ai ponti dell’Arno, i due amanti adesso sono entrambi vedovi, ma non solo, salta fuori il bambinetto: vi ricordate di Antonio, vero? Vi avevo detto che ci sarebbe tornato utile.
Ora lo ostentano come figlio della loro coppia.
Gli storici si sono scervellati, ma non ne sono venuti a capo di questo intrigo di corte. Eh! Fatto sta che adesso c’è l’erede!
E il cardinale, il fratello di Francesco, che dice? 🤔
Ma dai… che andate a pensare? In fondo è un rappresentante di Dio, ed è suo fratello porca miseria!! Molto male… 👎
I due finalmente poterono sposarsi pubblicamente, in gran pompa, che sfarzo, e i Veneziani che non vedevano di buon occhio le unioni nobiliari con gli stati italiani, (e facevano bene!) questa volta se ne fecero una ragione, anzi, arrivarono da Venezia con un corteo di cinquecento cavalli (🐎🐎🐎🐎🐎X100 😱) e il Patriarca di Aquileia, Giovanni Grimani, benedì il matrimonio. 👩‍❤️‍👨
Il loro sogno era realizzato: sposati, accettati (più o meno) e con l’erede. In più una certa vicinanza a quelle che ai tempi era un impero; la Serenissima.
Fu così che un giorno, dopo una battuta di caccia nei pressi della villa di Poggio a Caiano, assieme al cognato cardinale, i due sentirono un po’ di mal di pancia. Mal di pancia in verità è una mia licenza, ma soffrirono per diversi giorni di febbre altissima e dolori insopportabili.
Francesco come ho detto se ne andò dopo pochi giorni, proprio ieri, 19 ottobre 1587, mentre Bianca oggi, 20 ottobre 1587.
Fu arsenico ben dosato per far soffrire a lungo con una morte lenta? Malaria? Tutte e due assieme? 🤷‍♂️

E il piccolo Antonio, la faccenda strana, l’intrigo di corte? Che fine fece?
Se la cavò ed ebbe una vita abbastanza vivace ma sempre all’ombra dello zio cardinale. Bravo! Fato ben! 👏 👍

Ah! Il cardinale Fernando dopo l’orribile morte del fratello divenne il terzo Granduca di Toscana. 🙂 … 👑
Lo so, la chicca, volete la curiosità.
Ho letto che un suo ritratto, di Bianca, ispirò il fortunatissimo concetto di serendip: la serendipità, quel strano processo per cui cerchi insistentemente una cosa e senza volerlo ti capita una grande scoperta che non c’entra niente.
Chiudo con una filastrocca forse un po’ antipatica ma anche ironica che cantava il popolo fiorentino.
Il Granduca di Toscana
Ha sposato una pu@@ana
Gentildonna veneziana

E poi lamentatevi se siete nati in una famiglia povera! 😆
Ciao. 😘

Oggi, 21 ottobre 1556, muore a Venezia Pietro Aretino.
Che dire, ne parlo in quanto di lui sapevo poco finché un giorno a Venezia, innamoratomi dei dipinti del grande Tiziano, ho voluto leggerne la lunghissima vita su varie biografie. L’Aretino vi compariva sempre.
Era figlio di una cortigiana e di un ciabattino, ma qualche dote deve averla pur avuta se poté studiare e formarsi a Roma.
Ben presto manifestò la sua predilezione per la letteratura lussuriosa, una sua opera famosissima sono i Sonetti Lussuriosi, composti nel periodo romano. 😍
Tra l’altro erano accoppiati -ispirati- a incisioni tratte da disegni di Giulio Romano… scusate se è poco. Mm… potrei chiedere a Banksy se è disponibile per il mio prossimo libro. 🤔 Scrisse anche una brillante commedia, la Cortigiana che poi sarebbe stata perfezionata nel lungo periodo veneziano.
Stancatosi di Roma, si spostò a Mantova. (Forse non erano poi così gradite le sue opere nella Roma papale). Ma gli è anche andata bene, poco dopo ci fu il Sacco di Roma di Carlo V°, una devastazione totale. 😱
A Mantova conobbe il suo futuro editore Francesco Marcolini da Forlì. Decisero di vivere a Venezia, la capitale della Serenissima: metà dei libri che circolavano nel mondo venivano stampati proprio su quella micro-metropoli sorta tra le acque mefitiche della laguna. 📙📘📚📚 Dai! Ma quanto si divertirono questi due!
Partito quasi in affitto presso un altro editore/stamperia, Marcolini seppe subito farsi strada a Venezia con le sue belle pubblicazioni in volgare, tra cui, appunto, La Cortigiana dell’amico Aretino. Poi dette via tutto e finì a Cipro, all’epoca era veneziana… altra storia.
Aretino divenne in seguito grande amico di Tiziano, come ho detto, e dell’architetto Sansovino sfuggito al Sacco di Roma.
I tre assieme divennero una forza, un motore, oggi direbbero una sinergia in grado di cambiare l’aspetto della capitale. La loro fortuna? Erano ben supportati da uno dei più grandi dogi di Venezia, Andrea Gritti, pensate: un foresto! (Era nato vicino a casa mia, sul Lago di Garda). A pensarci: 4 foresti!! 😆
Di quel 21 ottobre vi racconto quel che so, imparato di riflesso dalle letture su Tiziano.
Un servo arriva di corsa alla casa del pittore, affannato (l’abitazione esiste ancora ed era anche in vendita qualche anno fa, se vi interessa…🧑‍🎨). Il suo padrone, Pietro Aretino è stato stroncato da un colpo apoplettico. (Me lo sono googlato di nuovo, diciamo che è un’ischemia cerebrale).
Dolore immenso per la perdita dell’amico, un amico da trent’anni, in un anno già molto difficile per il grande pittore. E poi, e poi Pietro era quel che al giorno d’oggi diremmo un agente, Tiziano era sì famoso, ma non era un pittore di corte: come avrebbe fatto adesso?
Tiziano compare negli scritti dell’amico in oltre 350 lettere, e le lettere dell’Aretino valgono tanto come quelle di chessò? Di Peter Singer? Di Mario Monti?
Dai, il nostro Tiziano se la cavò bene economicamente, scriveva direttamente di suo pugno agli imperatori,🏰 mica roba da poco… dovrei decidermi a provarci anch’io con Marina 🤔, ma perse un amico vero e sempre solare.
In una biografia sul Tiziano è riportato che durante una cena l’Aretino (forse un po’ alticcio) rise talmente tanto a una barzelletta spinta, molto, molto spinta, che perse l’equilibrio dalla sedia sbattendo la nuca a terra. Tempo di un’estrema unzione, di una sua battuta; “salvatemi da’ topi, or che son unto!” e fine. 😞
Anche questa è interessante… fu seppellito nella Chiesa di San Luca, ai tempi il rio omonimo dove si affaccia era molto importante. Se andate su maps o aprite una cartina noterete che ben tre chiese avevano la facciata sull’acqua… San Paternian però è rimasta solo in toponomastica.
Comunque, dicevo, poi vi fecero una lapide con busto che, vedi te, col tempo divenne meta di pellegrinaggio. Un pellegrinaggio non proprio in cerca d’indulgenze o miracoli, si capisce.
Così levarono via tutto e le spoglie finirono nel giardinetto di fuori. Rimasero delle tele, col suo volto, anche queste divennero meta di ammiratori… e allora, via tutto! 🤨
Chicca finale… io di suo penso di non aver letto nulla, forse qualcosa d’antologia alle superiori, ora che ci penso in la nostra prof era comunista.
Comunque l’Aretino era famosissimo oltre che per la sua vita spregiudicata per la sua penna. Caspita: questo con un tweet era in grado di farti crollare il NASDAK americano, o di rovesciarti un governo Sudamericano.
Veniva chiamato il “Flagello dei Principi” e c’è da dire che lo temevano davvero. 😬
Giuro che non è una bugia… proprio ieri sera ho letto su di un libro dell’editoria del ’500 che il Cardinal Bembo, uno dei padri della lingua italiana (pian pianino gli esperti glielo stanno riconoscendo), fu offeso nelle corti da un giovane prosatore in volgare, tra l’altro ex-alievo, tal Antonio Brocardo.
Il Bembo, invece di abbassarsi al suo livello, si mosse obliquamente chiedendo il favore all’Aretino. Questi non vedeva l’ora di vantare credito verso un’importante persona che lo aveva sempre tenuto ben lontano. Beh, compose un sonetto contro il povero Brocardo così duro, convincente ed estremo che poco dopo questi si suicidò. 🙄 Siamo intorno al 1531.
Ah, una cosa… sulla Serenissima il flagellatore mai posò la sua penna affilata. Non perse mai la testa insomma. 😉
Ricordate Andrea: No se spua nel piato ’do se magna!
Ciao! 🙂

 

Oggi, 23 ottobre 1802, muore a Venezia Ludovico Manin, l’ultimo dei dogi. Il 120°. 😮
Iniziamo subito con un piccolo giallo. Chi googlerà lo troverà morto il 24, ma vi assicuro che sulle mie fonti cartacee, alcune ben fatte, lo danno oggi 23 ottobre. Ne L’Ultimo dei Dogi, Massironi e Distefano il 23, Andrea Da Mosto nel suo librone I Dogi di Venezia parla invece del 24, ecc.
Ce ne facciamo una ragione e ne parliamo oggi. 🙂
Che dire, sapete quando dicono la persona giusta nel posto giusto e magari nel momento giusto?
Ecco, Ludovico Manin forse fu l’esatta antitesi di tutte tre le cose. 🙄
Con lui terminò la millenaria Repubblica di Venezia.
Vai a capire, alcuni studiosi in parte lo giustificano, asserendo che la Serenissima era comunque prossima alla sua fine, e, facendo un paradosso, che se al suo posto vi fosse stato il generale Napoleone non sarebbe cambiato nulla.
In altri fonti storiche, lette in passato… ma da qualche parte le ho, invece vai a leggere che il ’700 fu un grande secolo per la Serenissima, caratterizzato da prosperità e serenità trasversali nella popolazione forse mai viste prima nella sua storia.
Basta pensare al raggiungimento del Trattato di Passarowitz (è in Serbia) nel 1718.
In pratica l’Impero Ottomano subì una battuta d’arresto nella sua espansione nel Mediterraneo, anche perché ricevette una bella batosta a Corfù dai Veneziani. Nella terra ferma intervennero gli austriaci.
I “nostri” persero vasti territori e isole, si pensi alla Morea, ma raggiunsero stabilità nel Nord Adriatico e a quanto pare la pace definitiva col Turco, uno scontro che durava da secoli.
Il ’700 veneziano fu un’esplosione di arte e cultura, consiglio a tal proposito una visitina al Museo del Settecento Veneziano.
Venezia dettò legge in tutta Europa su arte e buon gusto. Ma anche economicamente fu uno periodo di sviluppo, il porto non era quello del ‘4-500 quando Rialto era l’ombelico del mondo, ma era uno dei più vivaci d’Europa e si stava diffondendo l’industrializzazione.
A leggere certa “romanzeria”, delle volte hai l’impressione che questi si fecero mettere nel sacco da Napoleone perché erano tutti in festa ubriachi e occupati nelle loro orge. Vero! Il Carnevale durava tantissimo, quasi sei mesi di feste, maschere, droghe, alcool, lascivia totale… e con Papa a Roma un patrizio veneziano, altro che gay pride! 💋💋😱 Ma questo perché… beh, perché il Carnevale portava nella capitale un sacco di soldi. 🥳 tanti Soldi. 💰 Allora non erano ancora chiamati Schei, magari vi racconterò anche questa.
Come vedete i punti di vista sono molto importanti. 🤷‍♂️
Io, ripeto, sono convinto che se al posto di Ludovico Manin in quegli anni terribili che precedettero la caduta della repubblica vi fosse stato un Andrea Gritti, un Francesco Foscari o, esageriamo, un Enrico Dandolo: l’artefice della fine dell’Impero Bizantino 💀(1204) iniziata sulla carta come una crociata, tranne che nella sua testa… beh, le cose sarebbero andate diversamente.
Certo! Non sono un indipendentista veneto, alla fine lo Stato de Tera sarebbe diventato Italia; Venezia era piena di futuri patrioti, ma magari avremo avuto un’Italia più federale, come era nelle intenzioni tra l’altro, e magari maggiormente estesa all’Adriatico.
Però, come scrisse qualcuno, specie parlando di storia, con i “se” non si va da nessuna parte. 🙂
Scusate, come sempre sono andato a braccio e più che dell’ultimo doge ho parlato delle mie emozioni sulla storia di quel secolo.
Il Manin era ricchissimo, talmente ricco che Napoleone volle uno studio 💅 per capire come un privato potesse esserlo tanto – giuro che da qualche parte l’avevo letto –; probabilmente per i francesi era inimmaginabile l’idea che vi potessero essere famiglie così ricche, intendo ricche quanto uno dei loro monarchi. Andate a vedervi la casetta di campagna di famiglia in Friuli. 🤩
Ovviamente il Manin non era ricchissimo in quanto doge, anzi, forse era il contrario… in effetti nasce quasi un paradosso che ha fatto breccia anche ai giorni nostri: ricco, quindi incorruttibile! 😉
Potete ammirare la sua bella tomba, di famiglia in verità, nella prima chiesa barocca – tra l’altro stupenda – che incontrate uscendo dalla stazione; gli Scalzi.
Fu odiatissimo, soprattutto dal popolo, lo sfottevano in continuazione anche perché non volle mai lasciare Venezia. Su di lui canzoncine, sonetti e altro ancora. Ricordo un quadro ”dogale” dove tutto in pompa pare che abbia le orecchie di un coniglio. Questo scatenò in seguito molta ironia.
No, diciamolo, non avrebbe mai sguainato la spada partendo col suo cavallo alla carica contro il generale francese 🎠, ma era persona generosa; nel suo testamento lasciò tantissimi soldi in beneficenza, una vagonata di ducati d’oro. 💲💲
Di mio, ho voluto un po’ capire la natura e lo sviluppo di questo lascito… ecco: diciamo che tra dominio francese, poi austriaco, poi francese, poi austriaco, scriba, avvocati… le cose si son fatte un po’ lunghe, insomma, per certi versi era già l’Italia dei giorni nostri. 😄
Se vi capita di passare sulle Fondamenta Nove (di fronte al Cimitero di San Michele) sappiate che è lì che trascorse molto tempo degli ultimi anni della sua vita: passeggiando. 🤷‍♂️
Ciao! 😘

***

Ti piace? Lascia un commento se vuoi.

Alla prossima settimana! Ciao 😘