I camini di Venezia

… e un raccontino

 

Tra le strette calli… scorcio sulla cupola della Maddalena.

Domani vi scrivo perché i camini di Venezia (vedi il tetto a sx) sono così singolari.

Ciao! 🖐🙂

 

Ahh… Ca’ Dario.

 

Come non innamorarsene tra storia, miti e leggenda. Tempo fa ci avevo pure scritto un articolo e anche un racconto, (lo trovate CLICCANDO QUI),  tanto mi aveva catturato… ma torniamo a cose più serie: i camini.

In questa vecchia foto, uno dei miei primi scatti digitali, non vi possono scappare gli imponenti camini. Anzi, direi che contribuiscono come per altri palazzi ad arricchirne la bellezza, o il lato pittoresco, fate voi.

Quando la città, da legno divenne di cotto e marmo, nelle case servì un camino; immagino che le prime abitazioni in paglia e canna avessero semplicemente un buco in alto, tipo i ”casoni” veneti.

Il camino non fa altro che convogliare il fumo del fuoco verso l’esterno sopra il tetto. Il fumo esce principalmente grazie al calore per un banale principio fisico; l’aria più calda va verso l’alto. (Ci sono anche altre variabili, tipo il vento, la depressione, e altri principi…).

Detto ciò, forse non tutti sapranno che Venezia ”nasconde” molto, molto legno dietro le sue meravigliose facciate di mattoni e marmi. Circostanza che, unita all’altissima densità urbanistica, (delle volte si passa a fatica tra le calli, senza contare i barbacani, ossia le sporgenze delle case sopra alle nostre teste), ne fa un ottimo combustibile per gli incendi.

Una volta ho letto che la Serenissima temeva gli incendi più della peste: la zona di Rialto (forse il più grande mercato del ‘500) andò in cenere, così come Palazzo Ducale, tanto per dire, quindi come non intervenire in primis sui camini e poi con altre leggi. (Se non ricordo male una campana serale dava il segnale di spegnere i lumi nelle abitazioni).

I camini oltre al fumo veicolano sui tetti anche le scintille, a quanto sembra causa di incendi. Ecco quindi ideato un sistema che anziché far uscire il fumo direttamente lo si fa passare per diversi setti dando modo alle scintille di smorzarsi. Diciamo che i camini che vedete, anche con le forme più strane, (tronco conica, campana rovesciata, cubica, ecc.) non sono altro che un filtro per scintille… mi viene in mente il filtro anti-spruzzi della moka, ve lo ricordate?

Neanche da dire che i camini erano costruiti, riparati e puliti da dei lavoratori iscritti alle rispettive scuole (i nostri ordini) di muratori e spazzacamini abilitati… la Serenissima docet.

Ma siamo a Venezia, la capitale: grosso camino, grosso focolare, tanta legna, tanti schei (💰). Si arrivò persino a farli dipingere da grandi artisti dell’epoca o farli progettare da famosi architetti… come io chiedessi a Renzo Piano di progettarmi il camino di casa e a Banksy di pitturarmelo 😄

Vabbe’ dai… spero di avervi divertito.

Ciao! 🙂🖐

 

Persi tra le calli deserte, vagavamo per la notte infreddoliti, procedendo a tastoni tanto erano buie.
Maledivamo chi ci aveva consigliato di perderci, senza averci ammonito di farlo soltanto di giorno!

Venezia, la più labirintica delle città, fu costruita su canali e non su strade, come invece inconsciamente credevamo. Di notte, impossibile da decifrare, il pensiero confuso lasciava spazio all’ansia.

Poi, nel silenzio spettrale di quelle tenebre un suono profondo: il lontano rugghio di una grossa creatura d’acqua, forse una chimera da libri d’avventura, ma amichevole.

Corremmo sul ponte, poi su quello dopo. Salimmo una scala, poi un muretto, scivolammo su dei gradini umidi di salsedine, ridendo di noi, della nostra goffaggine d’attempati, col fiatone. Ci alzammo in ginocchio, facendo capolino dal parapetto di marmo.

Eccolo!
Sotto di noi il vaporetto: luci, gente, vetri appannanti, vita. Le voci sussurrate si confondevano allo sciabordio sulla riva. La notte non era più deserta. Non eravamo più soli: forse erano tutti lì sopra. Il mondo intero era lì sopra.
Ci baciammo come mai prima.
***

Cercavo una foto per oggi, quando l’ho vista ho gettato queste poche righe. Spero vi siano piaciute.

Ciao! 🖐🙂