Grazie ancora all’amico Andrea che mi ospita su questo spazio che ha chiamato il blog di Anna

Un pasticcio col primo post di presentazione alla fine l’ho combinato; ho bloccato il sito e anche la news letter, così mi pare si chiami la posta automatica.
M’ha anche detto di non usarla per ogni cosa che mi viene in mente di scrivere,visto che potrei stancare chi mi segue o finire in spam… (devo ancora guardare che significa). Per quello c’è già la pagina face-book.

Ieri ho incontrato il mio distributore ”discografico” nel suo ufficio noir sul Canal Grande… sapete com’è finita?

E adesso vado a farmi una bella camminata prima che si riempiono le calli! 🙂

::::::::

Ciao a tutte!
Grazie del vostro affetto.
La mattinata era partita freddina… fortuna che sta uscendo il sole.
Ho parlato con un cliente, (chiamiamolo così), un produttore discografico milanese, anzi, un distributore…
Che posto tetro!
Ditemi voi come si fa a tenere sempre le imposte chiuse in un ufficio al quarto piano sopra il Canal Grande… a Venezia! Uno sfregio al buon gusto!
L’unica luce, artificiale e grigiastra, proviene dai vecchi neon sopra le nostre teste.
Mi osservo le mani, muovendo le dita. Quasi non si vede la differenza tra il rosso ciliegia delle unghie e il colore della pelle, figuratevi le nostre facce.
“Le vendite sono ferme, va male Anna!”, alza le braccia al cielo, ripetutamente, agitandosi.
“Ok Paolo, calmati. Dai, aspettiamo che passi questo periodo di crisi.”
Poi aggiungo, nel mio scarsissimo dialetto lombardo;
“Tegn-en dur!”, sperando d’addolcirlo un pochino.
Per tutta risposta ricevo un grugnito.
Silenzio.
Lui appoggiato coi pugni sulla scrivania a fissare il vuoto dentro i fogli dei rendiconti trimestrali, io in affanno alla ricerca di uno spiraglio di sole tra le fessure delle finestre.
Finalmente, rompe il silenzio la sua segretaria.
“Ma guardate che la crisi è bella che passata!”
In questi casi non si sa mai cosa fare, se interloquire diventando potenziali amiche oppure rischiando di dar adito a un eccesso di confidenza.
Decido di risponderle, ma certamente non da potenziale amica.
“Ma come fa a dirlo, scusi?”
“L’hanno detto ieri sera in tutti i TG.”
“Quindi se va male… è colpa mia, giusto?” le chiedo fulminandola con gli occhi.
Lei abbassa lo sguardo al computer.
“Paolo. Ho bisogno di aria, devo uscire di qua. Devo rifletterci con calma, non pensavo fosse così grave.”
“Non è gravissimo… ma dobbiamo pensare a qualcosa. Non basta resistere, ci serve un colpo di reni.”
Vorrei dirgli che leggo i giornali, più di uno. E che l’idea che mi son fatta è molto semplice:
le cose vanno bene se si guarda chi produce e vende di fuori, ma per i poveri italiani le cose sono sempre peggio, inutile che la rigirino! Il mercato interno è a pezzi!
“Paolo!”
“Dimmi Anna.”
“Niente, ci penso un po’ su e ne parlo a Mario, il mio agente.”
Più o meno è andata così, e vi giuro non vedevo l’ora di uscire.
Penso non ci sia niente di più claustrofobico nel trovarsi rinchiuse in una stanza tetra mentre sai che fuori risplende il sole.
Tutto qua! Come non bastassero già gli altri problemi.
Sapete che faccio?!
M’infilo dentro una pasticceria e faccio colazione con un croissant gigante alla crema! (magari m’è d’aiuto per il colpo di reni) 😉
Un bacio da Venezia 🙂