Grazie Andrea!

Grazie all’amico che mi ha voluto ospitare sul suo blog.

Dopo avermi convinta a comparire sui social, mi ha proposto questo piccolo spazio, giusto per non scrivere tutto solo su face-book… non si sa mai, mi ha detto.

Portate pazienza; sono una mezza frana in tecnologia dei programmi, e di certo non sono una scrittrice.

Vi incollo il mio primo post di 2gg fa (spero di non combinare guai)

Ah! Ecco il link della paginetta social Facebook: Anna, la organista

Bye!

*****

Ciao a tutte… come iniziare.
Dico subito d’essere molto soddisfatta di aver caricato l’immagine del profilo senza averci messo troppo tempo. (Non sono così pratica).

Per chi fosse curiosa, è un particolare del dipinto di un amico.

Questo è il mio PRIMO POST; praticamente la prima volta che parlo in libertà, a tutti, della mia vita privata.

M’è stato consigliato ieri da un amico che mi conosce molto bene.

 

“Anna!”, mi ha detto; “Perché non ti iscrivi a un social e chiacchieri con qualcuno che ne so… della tua vita, di quello che ti succede, di te stessa?”
“Beh, sono già fin troppo conosciuta! O sbaglio?” gli ho risposto.
“Sì, ma è giusto per non star sempre a parlare della tua musica, dei tuoi concerti… racconta di ciò che vivi e che provi… Non pensi che chi ti segue abbia il diritto di sapere dell’altro su di te?”
Ho fatto spallucce:
“Ma che vuoi che importi a loro?”
“Gli importa, fidati, fidati. E poi, sai, la tua vita, tutti i tuoi guai… quello che ti succede intendo, delle volte è interessante almeno quanto sentirti all’organo.”
“Intendi che ne vado in cerca, vero?”, strizzando l’occhio.
Andrea ha sorriso, sornione;
“No. Però sono convinto che alcune persone hanno la propensione nel mettersi nei guai, volenti o meno… e te Anna…”
“Sarei una di queste!”
“No. Non saresti… sei!”
Ci siamo abbracciati.

Ed eccomi qua, iscritta, in meno di due minuti, al più grande contenitore sociale mai esistito.

Per prima cosa, vi chiedo la pazienza che si usa con una neofita; tutte le mie relazioni pubbliche o meno, le ha sempre curate il mio agente Mario.
Vero che l’amico di ieri, Andrea, mi ha consigliato di essere me stessa, ma tenete presente che per una professionista del mio livello non è facile aprirsi al mondo così immediatamente, ”tout court”… Visto? Ho già fatto il primo errore; mi sono auto-referenziata alla grande. Scusatemi!
Per me non sarà facile, me la sento, infatti già temo di essermi fin troppo allungata in chiacchiere di presentazione.
Vengo al dunque…

Che dire, il mio nome è Anna, e porto lo stesso blasonato cognome di una famosissima dinastia di nobili veneziani, ma il mio è solo un caso. Tant’è, che sono cresciuta con mamma e i nonni nelle case popolari della terraferma, in uno di quegli enormi palazzoni grigi.
Ora, a guardarli, non si vede nessuno, come fossero stati abbandonati, ma vi giuro che io da bambina ci ho passato i pomeriggi interi seduta su uno di quei terrazzini, con le gambe a penzoloni sospese nel vuoto.
Appoggiavo sopra alle ginocchiette la tastiera, il sintetizzatore, che già a cinque anni sapevo usare così bene che avrei potuto benissimo suonare in uno di quei gruppi pop inglesi, dei mitici anni ’80.
Poi gli studi classici, severi; pianoforte, organo e anche la laurea in matematica. I favolosi dodici concerti, il tour americano… vabbe’, inutile che ora vi scriva una pagina di biografia.
Pazientate, ma Andrea mi ha consigliato prima di spendere due parole su ”chi sono”, e poi di passare al ”cosa sto facendo”, spero di non avervi annoiate.
Accidenti! Tra dieci minuti passa il mio vaporetto… vediamo che mettersi. Sposto la tenda.

Il cielo a nuvoloni grigi si porta dietro una pioggerella fine, resa ancor più fastidiosa da qualche raffica di vento che fa bussare l’imposta al fermo di bronzo.
In alcuni punti più chiari, sembra si stia per aprire quel tanto che basta a concederti un pizzico d’ottimismo… speriamo!
Tre vaporetti stanno per arrivare al Ponte di Rialto, mentre uno se ne sta andando verso la stazione. Aguzzo la vista:
eccolo là, il numero uno!
Sì e no, ho tre minuti per salutarvi, vestirmi e correre giù.

Spero di non aver fatto un post troppo lungo e fuori dagli schemi-social. Ma comunque, sono sicura che chi di voi vorrà essermi amica mi darà i giusti consigli, e perché no, qualche bacchettata.

Cenerò con un tramezzino al volo, vicino al conservatorio, poi parteciperò come esterna, alla tesi di uno studente di clavicembalo… ma sì, che stupida, in molte giustamente non saprete cosa sia. Diciamo che di forma e struttura assomiglia a un pianoforte, ma invece di percuoterle, le corde le pizzica, dando quel suono secco caratteristico.
Buona serata!

Ps: Ah! Dimenticavo… alla fine ho messo la giacca-piumino nera con stivali di gomma rossi a pois bianchi.
Saremo anche in aprile, ma mi dà tanto del freddo!
A presto e fatevi sentire!
Ciao!!

PS II Scusatemi ancora, sono proprio nuova a tutto questo. Andrea mi ha raccomandato di chiedere in fondo di mettere MI PIACE alla pagina, se desiderate che diventiamo amiche.

Bye-bye!