Leonardo da Vinci a Venezia

Parlare di Leonardo da Vinci a Venezia? Senza divagare?
Mi sarà difficile, ma ci proverò.

Avevo appena messo radici con la mia attività in un posto nuovo nell’entroterra veneto.
A pochi chilometri sorgeva, nel ”nulla”, tra i campi di mais, un grande centro commerciale, ora deserto.
Tra i mega-store di marca, ce n’era uno che aveva di tutto, dagli alimentari ai retini da pesca.

Mentre giravo tra gli scaffali, sorpreso d’aver trovato questa Eldorado dello shopping, mi sono imbattuto in uno di quei cestoni quadrati a maglie di ferro.
Conteneva libri in super offerta, e nemmeno tanto scarsi.
Ci ho passato mezz’ora a rovistare. Alla fine, assieme ad altri, mi sono portato a casa I cigni di Leonardo, una traduzione dell’americana Karen Essex che non conoscevo.

Sono passati più di dieci anni, e abbastanza intensi devo dire, quindi non lo ricordo alla perfezione.

Si trattava della storia romanzata di Leonardo da Vinci al servizio del signore di Milano, delle relazioni di corte tra le due sorelle, Isabella, (immensa mecenate), e Beatrice d’Este. La prima sposata con il Gonzaga duca di Mantova, l’altra con lo Sforza, sovrano di Milano.

Il tutto, inserito nella complessa scacchiera politico-militare della nostra penisola durante il Rinascimento.
Ogni tanto si citava anche Venezia, ma più per la sua rilevanza come grande potenza europea che per altro.

Vengo al punto.

Verso la fine del romanzo, dopo la presa di Milano Leonardo si troverà ospite, assieme ad altri rifugiati, della marchesa di Mantova, e lì le confesserà la sua ambizione di servire Venezia, in particolar modo proponendo le sue invenzioni in campo militare e subacqueo.
Le farà velocemente un ritratto, solo abbozzato, e poi sparirà alla volta della laguna.

Mi piacciono i romanzi storici, ma sarà successo pure a voi di faticare a distinguere quella flebile linea di confine tra realtà e finzione, specie quando lo scrittore va oltre mettendoci del suo.
Così, la cosa mi incuriosì non poco:

ma davvero Leonardo andò a Venezia?

Partiamo da qui.

Prendete 1 € dalla borsa, nostro conio, e osservatelo bene.
Premetto che non amo le classifiche, sono un po’ come le statistiche; ”tortura i numeri e ti diranno quello che vuoi.”

Però, diciamolo: se ci sono molti pareri su quale sia realmente il quadro più importante del mondo (L’Urlo? La Gioconda? La Tempesta? etc.), molti meno ce ne sono sul disegno: L’Uomo Vitruviano. E cioè, proprio quello che state osservando inciso sulla monetina.

Ebbene, il disegno più famoso del mondo, fatto da Leonardo da Vinci, si trova a Venezia, nelle Gallerie dell’Accademia. Potete anche vederlo originale, quelle poche volte che viene esposto.

Fu da qui che iniziai a cercare una risposta alla mia domanda, scoprendo però che il disegno non era stato lasciato da Leonardo durante una probabile visita, ma acquistato dagli austriaci nell’800, dopo la caduta della Serenissima, proprio per fornire al neo-nato museo dei pezzi di valore. Un’operazione molto, molto fortunata, non vi pare?
Assieme al disegno, tra l’altro, acquistarono molti altri schizzi di Leonardo tra cui i bozzetti per l’Ultima Cena e la Battaglia di Anghiari, poi realizzata, (maldestramente), e andata perduta.

Tolta di mezzo questa falsa pista, (che ho visto trarre in inganno persino dei giornalisti!), torniamo al nostro genio.

Leonardo arrivò a Venezia esattamente nel 1500 e vi collaborò per più di un anno, quindi non fu solo di passaggio.
Sembra che il bozzetto per il ritratto di Isabella d’Este, quella del romanzo, abbia fatto scuola nella capitale veneta, assieme ad alcuni disegni di caricature di visi grotteschi che il genio amava immortalare sulla carta.
Qualcuno, scomoda perfino il grande Giorgione, il pittore che traghettò la pittura veneta verso la pittura tonale, (per approfondire pagina wikipedia), ponendolo tra gli interessati di quei disegni, asserendo che il suo ritratto di Vecchia (altro link wikipedia), davvero impressionante, sia stato influenzato proprio dai visi grotteschi di Leonardo.

Tra l’altro, leggendo un giornale locale, scoprii che un collezionista aveva trovato, per caso, un disegno di vecchia, autenticato poi di Leonardo, comperato da un antiquario a Venezia. Che gran fortuna ragazzi!
Una storia quasi surreale che non ho capito com’è finita, non avendone più sentito parlare, però ieri, sono riuscito a trovare un articolo, dimostrando tra l’altro a me stesso che non me l’ero inventata. Davvero interessante, lo potete leggere su patrimoniosos.

Sui disegni di Leonardo servirebbero pagine e pagine di spiegazioni, e difatti ci sono musei dedicati, ed è normale che su L’Uomo Vitruviano, si possano trovare diverse interpretazioni.

Ad esempio questa, che mi è molto piaciuta.

Se tracciate le diagonali del quadrato, il centro sono i genitali, (origine fisica), mentre se tracciate i diametri del cerchio, il centro è l’ombelico (origine spirituale).
In pratica Leonardo, per primo, è riuscito e tenere le giuste proporzioni dell’uomo, facendo due centri diversi, uno per il quadrato, (la terra, la procreazione) e uno per il cerchio (l’universo, la spiritualità), con all’interno l’uomo, in contatto coi due senza mutarne i rapporti… semplice e geniale!

Ma torniamo all’importanza dei disegni.

Pensate all’ultima fresca-fresca; la vicenda del Leonardo ritrovato.
Vi ricordate del ritratto della marchesa di cui vi ho parlato, abbozzato prima di lasciare Mantova per Venezia?

Allora… sembra che poi, al bozzetto, sia davvero seguito il dipinto a olio di Isabella d’Este!
Pare che sia sopravvissuto, anonimo, chissà dove, per cinque secoli, e saltato fuori in un caveau in Svizzera, nel 2015.
Una vicenda curiosa, complicatissima, illegale, probabilmente ci avranno già scritto un libro, chiusasi (per adesso), con una sentenza, non ci credete? Ecco un link al sole24ore che ne parla.

Sì, va bene, ma che ci faceva Leonardo a Venezia? Come campava?

Sembra che alcuni disegni siano stati usati per dei libri, tra cui il De Divina Proportione di Luca Pacioli, finalmente andato in stampa coi caratteri dei Paganini, (stampatori del primo Corano arabo; altra storia incredibile!)

E i servigi militari alla Repubblica?

A quei tempi, la Serenissima era sotto assedio del Turco, quindi sempre alla ricerca di nuove idee per proteggere i propri Regni nel Mediterraneo, in particolare lo Stato di Terra, tra cui i possedimenti nell’attuale Italia, che ricordo, andavano dall’Isonzo all’Adda.
Leonardo fornì al senato delle consulenze, in particolare dei progetti per inondare gli accampamenti del nemico attraverso l’uso di dighe mobili in grado di ammassare l’acqua dell’Isonzo.
Progettò anche mura, migliorando alcune fortezze di confine.
Infine, sembra abbia fornito i progetti per l’esercito subacqueo, con tanto di sottomarino… e qui si apre un altro capitolo ancora.

Qualcuno di voi, forse ricorderà un mio racconto molto particolare, ambientato sulle rive del fiume Adige: Argine. Tra l’altro, è inserito tra i gratuiti, che trovate sulla pagina RACCONTI PDF.
La trama, speculare, ruota attorno a un perno ben definito: la possibilità che i progetti presentati da Leonardo abbiano poi trovato consenso in laguna, cambiando il corso della storia di Venezia.
Si fa riferimento all’esercito subacqueo dei Leonardiani (inventato) e al Codice Arundel.

Progetti in tal senso, infatti, sono oggi contenuti in quello che viene definito Codice Arundel, una raccolta di centinaia di fogli di disegni e idee di Leonardo. Tra questi, appunto, l’ingegnoso sistema per poter respirare sott’acqua, senza scafandro!
(Non basta un tubo portato alla bocca per respirare, la pressione dell’acqua comprime l’aria e già a pochi metri sarebbe difficile. I sub capiranno benissimo di cosa sto parlando.)

Nonostante tempo fa abbia visto un documentario straniero dove si mostrava un Leonardo tutto intento a spiegare al doge le sue invenzioni subacquee, non ho mai ben capito quanto di quel materiale sia effettivamente stato mostrato al senato della Repubblica. Di sicuro, so che lui stesso temeva la pericolosità di alcune armi da lui inventate, tra cui, il sommergibile. E, a mio modestissimo parere, alcune sue idee erano talmente avveniristiche da non essere nemmeno prese in considerazione in quanto non comprensibili.

Non trovando altro, mi ero ripromesso di mettere nei ”da leggere” un eventuale libro su Leonardo a Venezia, ma poi hanno preso il sopravvento altri interessi. Vedremo se trovo qualcosa.

Bene!
Spero di averti intrattenuto, incuriosito e forse raccontato qualcosa che non sapevi dell’incredibile nostra Venezia.
Va da sé che ogni mio libro, porta tra le righe, come il DNA del nostro corpo, il frutto delle mie conoscenze su questa incredibile città.

 

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