A volte vado da un amico pittore, nonché ex professore di lettere, che di tanto in tanto disturbo mettendo il naso nel suo atelier, in golena d’Adige.

”Questi, dandomi le spalle, impegnato nel lavoro al cavalletto, dopo aver pazientemente ascoltato, (o forse subito), per una decina di minuti ininterrotti i miei soliti elogi ai pittori del rinascimento veneziano,  a un tratto si ferma, si gira e mentre pulisce il pennello con lo straccio multicolore mi chiede:

“Ma te… solo roba vecchia?”

Io, in genere gli rispondo, ”Beh, se vuoi, ti parlo di Jacopo Palma il Giovane” (pittore veneziano fine ‘500).

Lui sorride, scuote la testa e si rigira verso la tela.”

Col ricordo di questi incontri, eccomi quindi a segnalarvi la nascita di un pittore e scultore italiano molto importante, e moderno, morto poco più di 100 anni fa, vicino a dove abitavo.

 

Il 19 Ottobre del 1882 nasceva a Reggio Calabria da genitori romagnoli, uno dei più grandi esponenti del movimento futurista, Umberto Boccioni.

Fin da subito si abituò agli spostamenti, a causa del lavoro del padre.

Spostatosi nella capitale, impara la pittura dal vivo (nudo), per poi muovere a Parigi per studiare gli impressionisti.

Dopo altri viaggi, arriva in Veneto, a Padova, dove sosta dalle sorelle prima di trasferirsi, (finalmente), a Venezia.

Si iscrive all’Accademia dove studia per un anno prima di spostarsi nuovamente, questa volta a Milano.

Nel frattempo, 1910, viene ospitata una sua esposizione a Ca’ Pesaro, nel mezzanino dell’imponente palazzo sul Canal Grande.

È la sua prima mostra personale, ottenuta grazie alla Fondazione Bevilacqua, organizzatrice di questi eventi, a cui di certo non manca il talento nell’individuare il potenziale in giovani artisti.

A Milano vi rimane poco, poi di nuovo a Parigi, dove si terrà la fondamentale mostra dei futuristi.

Decide di tornare in Italia, per arruolarsi e combattere per la patria, (è un interventista), nella prima guerra mondiale.

Un anno dopo, il 17 Agosto del ’16, durante un’esercitazione militare in un paesino vicino a Verona, al Chievo, (quello della squadra di calcio), cade da cavallo e muore.

A ricordarlo, una piccola lapide posta sul ciglio della strada.

La vera tomba, invece, si trova al cimitero monumentale di Verona. La lapide ha la particolarità di conservare ancora visibili scritte a matita di alcuni suoi amici artisti.

A chi non conosce l’opera di Boccioni, da profano posso solo dire:

Materia-spazio-movimento.

Venezia ospita alcune sue opere, vedi Guggenheim.

Bellissimo e commovente lo scorcio nel dipinto ”Canal Grande”, oggi di proprietà privata, di cui potete trovare molte immagini e anche poster.

Infine, se li avete, prendete da tasca 20 centesimi, nostro conio.

L’uomo quasi informe, ma che dà così bene l’impressione di movimento…

beh, quello è Boccioni!