EH!…
Oggi è stata una giornata molto particolare… di quelle che ti mettono alla prova, anche professionalmente.

Non scendo nei dettagli, tanto so che mi capirete benissimo.

Così, visto che sono a dieta, mi sono rilassato con un paio di bicchieroni di bibita carbo-free: Cocazero-vodka liscia.


Poi, spinto (illuminato?) da uno scatto d’ira, ho disattivato tutte le promozioni face-book e mi sono riletto questi due pensieri di un imbrattacarte che ora vi posto per la prima volta qui sotto.


Sapete?… sono stanco di dover pagare per vendere i miei libri.
La promo ci sta; molti di voi mi seguono anche grazie a questa, ma sono stufo di farmi prendere per il naso… devo pensare a qualcosa di diverso.


Il primo pensiero, è una ”riflessione” sulla dignità.
Il secondo, un dubbio sulle vendite, un tarlo che a volte si mette a frugare nella mia mente.

So che mi volete bene. Non preoccupatevi, non sono triste o depresso e non intendo mollare, sono solo un po’ incazzato… e alticcio.

La dignità dello scrittore (aspirante).

Nulla di profondo, semplicemente il pensiero di un imbrattacarte.


Qualche mese fa, ho deciso di non lasciare più i miei libri alle librerie, a meno che non mi vengano chiesti, ovviamente.


Penso che nella vita, per ognuno di noi, esista una certa dose di capacità di violare la propria dignità.
Terminato il bonus, qualcosa dentro di noi si rompe.


Io, ad esempio, sono venuto a patti con la mia dignità nel percorso di creazione della mia azienda.
Per colmare l’amarezza, pensate che mi ero inventato i dieci minuti dell’odio giornalieri, dove a voce alta, da solo, imprecavo e inveivo contro l’imbecille di turno. Un po’ come nel capolavoro di Orwell, 1984.


Poi, mi sono accorto, che con il passare delle settimane i 10 minuti erano diventati mezz’ora abbondante, e che le invettive, sempre più crudeli, si indirizzavano anche a persone poco o per nulla responsabili dei miei guai. E, più di tutto, che sempre più spesso mi sorprendevo a parlare da solo, a volte pure litigando.


Ma, dopo anni, ce l’ho fatta. Qualcuno ora direbbe, perfino, che sono un self-made-man.
Sì, qualche volta scantono un pochino, ma può succedere quando alla guida si è soli e ci s’addormenta, o no?


Ho ri-iniziato a dormire bene, anche se poco, e sono più rilassato. L’herpes alla bocca ormai è un evento raro e in questi mesi sto persino dimagrendo con la dieta ipocalorica!


E ora? Io dovrei entrare in una libreria a mendicare? Perché proprio di questo si tratta.
No!!

L’ho fatto, ci ho provato, e l’ultima volta mi son bevuto quattro spritz al Campari per tenermi… soave, dopo essere stato snobbato da una giovanissima commessa.


No gente! Quel briciolo di dignità da bruciare che mi rimane, me lo tengo per altro… magari per una supplica a Dio sul letto di morte.
Anzi, visto che ci sono, vi dico l’ultima che mi ha veramente toccato, ma che riguarda altri.


Sono stato a una piccola fiera del libro, di quelle che organizzano nei paesi.
Di quelle, che qualcuno dei miei colleghi cita per qualche premio guadagnato… lasciamo stare va.

C’erano due vecchietti, sicuramente moglie e marito, che esponevano i loro libri, forse di lui, muniti di un loro banchettino tutto addobbato.
Sorridevano a chiunque passava volgendo lo sguardo nella loro direzione, annuendo un saluto, ma tutti li evitavano come due lebbrosi… un po’ come si fa coi promoter al supermercato quando si va di fretta, (e non offrono il caffè).
Tuttavia, rimanevano sorridenti, e anche se lui, in particolare, pure ben vestito, ostentava una certa dignità, i loro occhi tradivano molta tristezza e rassegnazione.


Beh, vi giuro, vi giuro che mi hanno fatto una tenerezza, anzi, una pena da farmi venire il nodo in gola.


Non mi sono fermato neppure io, non ce la facevo, e poi sentirmi obbligato a comperare un libro forse non voluto, mi avrebbe messo a disagio.
Un consiglio ai più giovani di me? Visto che ho spesso tribolato?

Tenetevi cara la vostra scorta di dignità; non è infinita. Bruciatela quando sarà il momento di realizzare il sogno della vostra vita.


Pensiero di un imbrattacarte su… le vendite.


Stamattina mentre regolavo la barba col taglia-basette del rasoio elettrico, così, d’improvviso, ho pensato a questa cosa…


La mia compagna, quando mi vede sofferente o nervoso mentre osservo i dati di vendita dei miei libri, oppure intento a cercare nuove recensioni, mi dice spesso di non prendermela, che tanto È TUTTO PILOTATO.
Io, ovviamente non l’ascolto, anche perché semplicemente non voglio crederle.


Ma vi giuro, che davanti ai grafici delle vendite, delle volte è davvero mortificante e deprimente non capire quale sia la ricetta giusta. Mi spiego…


Ci sono dei mesi in cui vendo diversi libri ogni giorno, anche di più titoli, mentre in altri le vendite si dimezzano o crollano.
Eppure io continuo a fare le stesse cose. Com’è possibile?!

Poi, sul più bello che le vendite di un titolo si impennano e si entra tra i bestseller, si bloccano, d’improvviso, anche aumentando la promozione e lavorando meglio.


Ma scusate?! Non dovrebbe succedere il contrario?!
Davvero molto, molto, molto frustrante. Non credete?
Ma torniamo alla mia barba.

Mi osservo allo specchio, spengo il rasoio, e d’improvviso mi dico, (proprio a voce alta):
”E se avesse ragione?!”

Metti, (stando bassi), di vendere 1000 copie in un anno di un libro.
Bene.
L’anno scorso sono stati pubblicati 70 mila libri, fai quindi, mah… 20.000 scrittori (aspiranti).
Se, e dico se, 20.000 scrittori messi come me, senza un editore, (vero), dovessero vendere anche solo 1000 copie, sapete che risulterebbe?
20.000.000 di copie!!


Ora, in Italia, legge meno della metà della popolazione, facciamo 25 milioni di lettori, una media mi pare di 3-4, arriviamo anche a 5 libri l’anno, e siamo a 100 milioni di libri letti.
Ma ve lo immaginate?!

20 milioni di libri tolti ai 100 milioni letti!


Sarebbe una perdita di mercato impressionante.
E va anche considerato che spesso si tratta di lavori di basso profilo, (mi ci metto pure io), che hanno comportato una spesa nulla rispetto al lavoro dell’editoria.


Mamma mia! Se io fossi un editore mi auto-stroncherei subito sul nascere!

Vabbè, ironia a parte, ditemi pure che sono completamente fuori strada, e che ho esagerato.
Datemi pure del dietrologo, dell’allucinato che vede la grande cospirazione dei potenti editori!
Ditemi anche, che basterebbe che scrivessi meglio.
Ditemi perfino che la mia compagna è un’arcigna, e forse pure invidiosa… ma vi prego, lasciatemi sognare:


scrivi bene una bella storia, e ce la farai.


L’aspirante scrittore, è un poveretto che vaga dentro a un labirinto, bendato.
Può scrivere come Dante, consultare esperti e imbonitori, spiare altri poveretti, provare mille vie.
Il massimo che potrà ottenere, sarà di togliersi la benda.
Il cerchio magico sta fuori, ed è là che va cercato.


Quello in foto è il mio angelo annunciante, che ogni tanto mi parla. (Mi ha detto lui del cerchio fuori dal labirinto). E per mio, intendo dire che è uscito dalla mia testa così come lo vedete.