Continua anche questo venerdì il nostro percorso tra i portali di Venezia

 

Questo è un bel portale d’acqua, diciamo così, che dà direttamente in una corte. Andando a zonzo se ne incontrano diversi,

È difficile immedesimarsi, ma Venezia fu costruita sull’acqua. Le calli e i campi erano percorsi secondari, spesso sporchi e fangosi. L’acqua aveva la precedenza su tutto, anche nelle geometrie e sulla viabilità. Il mondo bipede era secondario.

Le “salizade” che si incontrano nella toponomastica, erano calli selciate, ricoperte come quelle di adesso, altrimenti rimanevano di terra.

Quasi tutte le piazze erano campi… poi quando furono selciate si lasciò solo a una il riconoscimento di Piazza; San Marco.

Con il portale di oggi usciamo da Venezia, ma rimaniamo comunque in territorio di Serenissima di metà ‘500. (Rubiamo alla nostra rubrica ”eredità di Venezia” 😄)

È l’ingresso di Villa Badoer, progettata dal Palladio. Siamo in Polesine.

È trionfale, il pronao sopra è imponente. Sembra di entrare in un tempio dell’antica Grecia più che in una casa.

Le pitture che ornano le pareti sono fantastiche.

Grottesche, festoni, giullari, invenzioni… ho letto che tutt’oggi ci sono dubbi non solo sulla loro interpretazione, ma anche su chi eseguì l’opera, che per fortuna ci è giunta pressoché integra.

 

Oggi vi propongo questo curioso portale.

Di certo è meno appariscente di altri che vi ho già descritto, ma ha tutto il fascino di Venezia. Non credete? 😄

Si trova in Corte Berlendis.

Se vi trovate nei paraggi dell’Ospedale Civile, infilatevi nel sottoportico di Fondamenta Nove, appena scesi dal Ponte dei Mendicanti.

Come per magia sarete proiettati in un’altra dimensione veneziana.

Una volta passata la corte e il portale, girate a sinistra e ammirerete il Rio dei Mendicanti, stando sotto ai travi antichi di una stranissima costruzione abitativa sospesa sopra la vostre teste… questa sì che è magia. 🤩

Con oggi chiuderei il nostro percorso tra i portali (bis).

Ce ne sarebbero ancora molti, sia monumentali incredibilmente belli, sia ”popolari” sparsi tra le calli… magari ne riprenderemo qualcuno più avanti.

Vorrei chiudere con questo, visto che a me ha dato delle emozioni nel vederlo. Ne avevo anche parlato nel percorso dedicato a Paolo Sarpi.

Pensate!
Era la porta d’ingresso laterale della chiesa del complesso di Santa Maria dei Servi.
Osservatelo e immaginatelo inserito nell’enorme edificio in cotto del ‘300 tra sculture e marmi. 🤩

Fu prima spogliato di tutte le sue opere e poi completamente distrutto, a seguito delle soppressioni napoleoniche. I mattoni e i marmi furono usati come materiale edile. 😌

Il portale gotico a ogiva che vedete, ci dà testimonianza di quale fu il passato glorioso di questo complesso.

Ciao! 🖐🙂