Alcuni di voi vorrebbero che il nostro appuntamento mattutino divenisse quotidiano e a me fa piacere. In genere mi tengo libero il sabato perché “vado a zonzo” per calli o musei e non riesco a rispondere a tutti i vostri saluti e commenti. Oggi come avrete capito sono a casa… l’insonnia (e lo stess) mi stanno un po’ fiaccando. 😅

Per quanto riguarda i racconti, spesso estratti da miei libri, io cercavo di limitarli per non appesantire i post, ma se vi danno piacere io ve li propongo più spesso. Mi piace confrontarmi coi lettori.

Oggi vi propongo un altro estratto da “La Guerra Abissale di Venezia” che sto scrivendo abbinato a questa foto che ho scattato sabato nella Chiesa dei SS. Apostoli. Guardate la tonalità di quest’angolo.
Ciao! 😘


“Come va giovanotto?”
Il comandante si accese un sigaro tra le scintille blu.
“Dove siamo?”
“Siamo all’interno dell’ospedale di questa fottuta città abissale.”
“Sì, l’avevo capito comandante, ma…”
“Intendo dire che questo era davvero il suo fottutissimo ospedale, dentro a una chiesa, a un convento per mendicanti. L’unica cosa decente che vi rimane ormai.”
“Sì, signore!”
Guardò i marmi scolpiti, anneriti dall’oblio del tempo. “Dicono che sia un posto fortunato per il post operatorio. Qui si salvano in molti.”
Feci per alzarmi, ma fui fermato da un suo gesto della mano.
“Comodo soldato!”
“Chiedo di poter subito tornare a combattere Signore.”
In quel momento vi fu un lampo azzurro, talmente intenso che sembrò diffondersi persino attraverso i muri. Seguì una stranissima vibrazione, a bassa frequenza, profonda e lenta come il battito del nostro cuore, ma potente. Sentii uno strano calore provenire dal torace mentre il mio organo più vitale palpitava spaventato per l’incertezza degli istanti a seguire. L’acqua nella brocca si mise prima a vibrare, poi, per un attimo, giuro; la vidi bollire. Il comandante rimase fermo nella penombra, impassibile. Un vero totem dell’Amministrazione coperto di cicatrici: ricucito delle pelli dei suoi mercenari.
“Ha! L’hanno sganciata finalmente! Bravi ragazzi!”
“Sganciata Colonnello?”
“Non temere, tu non morirai! Sopravviverai a tutto questo, fortunata puttanella!”