Sulle orme di Paolo Sarpi

4 post – 1 percorso

 

 

Questo è il primo articolo dedicato ai percorsi descritti sulla mia pagina Facebook nei 4 post dal lunedì al giovedì.

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Questa settimana vorrei iniziare a fare dei post ”collegati”, mostrando immagini di luoghi vicini fisicamente oppure concettualmente.

In foto: Campo Santa Fosca, che trovate percorrendo la battutissima Strada Nova.

La statua è di Paolo Sarpi (1552-1626), un Frate Servita che fu anche storico, scienziato, ecc, ma soprattutto un uomo che difese Venezia nella controversia sul Potere Temporale (semplificando: potere sulla vita reale e non solo spirituale in quanto sovrano) del Papa e del suo Stato Pontificio.

Insomma, un difensore della libertà diremmo ai giorni nostri, (anche se un po’ opachi), e un pochino non mi stupisce che si parli così poco di lui, nonostante il suo indiscusso contributo alla nostra libertà di pensiero… tranne quando succedono rivolte popolari in una via a lui dedicata, in una grande città del nord: Milano, aprile 2007.

Si accanì talmente tanto nel portare avanti la sua difesa di Venezia (raggiunta da scomunica: ”guerra dell’interdetto”) che rischiò la vita, più volte.

Sul ponte che vedete a sinistra, una sera dei primi di ottobre del 1607 venne colpito… a morte? Secondo i sicari pare di sì…

Domani vi mostro il ponte, che serba anche un’altra particolarità.

W Paolo Sarpi… e chissà? Magari un giorno ti studieremo – come si deve – anche nelle scuole.

Ciao! 🖐🙂

 

 

Ed eccoci sul Ponte di Santa Fosca, quello che avete visto nel post di ieri, a sx della statua di Paolo Sarpi.

Come accennato, fu su questo ponte i primi di ottobre del 1607, forse scendendo giù a dx, che il frate venne “sistemato” da dei killer, probabilmente sicari papali; il tipo di ferita lasciò pochi dubbi… ”stilo Romanae Curiae” .

Nonostante le ferite quasi mortali – tre stilettate (stilo 🙂 ) gli trapassarono la faccia! – il frate si salvò, grazie anche alle cure di un autorevole chirurgo dell’epoca.

L’altra cosa degna di nota, sono le impronte di piedi in marmo bianco.

Questo significa che il Ponte di Santa Fosca fu uno di quelli dove avveniva la guerra dei pugni; una sorta di gioco terribile in cui le diverse fazioni della città si scontravano in modo piuttosto sanguinoso con molti feriti gravi e anche morti.

Tempo fa ne ho letto una descrizione; trovarsi in mezzo per sbaglio, trascinati impotenti dalla massa umana inferocita, non dev’esser stato tanto piacevole.

Domani vi parlo dell’imponente palazzo in marmo che vedete a fianco; Palazzo Diedo.

Ciao!! 🖐🙂

 

 

 

Nella foto un bel scorcio sul Rio dei Servi. Là in fondo c’è il ponte di ieri, quello di Santa Fosca, quello dove fu pugnalato Palo Sarpi.

Anche da questa prospettiva si rimane affascinati dalla mole del palazzo di marmo bianco sulla sx: Palazzo Diedo.

Cercando notizie sulla sua genesi, ho letto che è stato costruito da Andrea Tirali nel secondo decennio del ‘700. E, a quanto pare i Diedo lo vollero tanto alto da far ombra al Palazzo Grimani, (sempre sulla sinistra del rio), di cui purtroppo rimane poco da vedere di originale.

Ecco spiegata l’altezza sproporzionata del palazzo, specie in quel contesto urbano. Sembra un simpatico (non per i Grimani) aneddoto inventato, ma conoscendo il carattere dei ricchi commercianti veneziani potrebbe anche essere vero.

Domani ci giriamo e andiamo in fondo a vedere dove viveva il frate.

Ciao!🖐🙂

 

 

 

 

Procedendo lungo la fondamenta; che non è altro che un canale delimitato da un marciapiede (mi perdonino i veneziani 🙂) si arriva ai ciò che rimane di un antico complesso conventuale con annessa chiesa (1330 circa): Santa Maria dei Servi, appunto, dove dimorava il frate servita Paolo Sarpi.

Pensate che quella che vedete in foto ancora rimasta integra è la cappella laterale, Cappella dei Lucchesi, mentre la strana struttura gotica (a ogiva) era un portale laterale della chiesa.

Per gli appassionati; potete trovare la chiesa integra nella famosa veduta di de Barbari del ‘500 (prima di Napoleone 🙂 )

Curiosando attraverso un cancello ci si rende conto del passato glorioso del posto.

La chiesa fu smantellata nell’800, e coi mattoni ci si fece materiale edile. Le numerose opere, anche di pregio, si sparsero.

Preciso che una delle opere notevoli del complesso: la Cena in Casa del Fariseo, capolavoro del Veronese, oggi conservata alla Reggia di Versailles (ricordo che Paolo Cagliari – il Veronese – ne fece diverse con lo stesso tema) fu donata dalla Repubblica al Re Luigi XIV, quindi prima delle soppressioni napoleoniche… insomma, in questo caso non fu bottino.

Ciao! 🙂🖐