Un giardino nascosto

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Forse non lo sapete, ma Venezia nasconde tra le sue mura centinaia di giardini. Molti sono privati, di prestigiosi palazzi, altri sono diventati pubblici.

Questa settimana vi parlo del Parco Savorgnan.

Arrivati al Campo San Geremia (dalla stazione), all’altezza del pozzo di sx c’è una stretta calle tra un albergo color arancio/mattone e un bar. Infilatela, arriverete al cancello che vedete in questo scatto, e come per magia dalla penombra vi ritroverete nel verde di un bellissimo e antico giardino.

Era il verde privato di Palazzo Savorgnan, molto famoso nei secoli scorsi per la varietà di specie botaniche ospitate. Guardandosi attorno mi pare ne sopravvivano ancora molte. C’erano inoltre molte statue e lapidi romane.

Godetevelo sedendovi un pochino su una delle panchine nascoste tra la vegetazione: è ancora presente un po’ di venezianità: nonni, bambini e gatti, e giratelo perché presenta altri accessi e uscite su scorci bellissimi e improbabili… un po’ di magia.

Domani altre foto.

Ciao! 🖐🙂

PS: Un grazie sentito alla lettrice (anche se non so se segue questa pagina) che ha recensito La Organista in data 16 novembre. Mi ha fatto molto piacere leggerla: un limino nel buio labirinto di questo mio scrivere.

 

… ed eccoci all’interno del nostro giardino nascosto.

Al parco giochi per bambini e alla folta vegetazione fanno da sfondo resti antichi e facciate secolari di nobili dinastie.

Palazzo Manfrin Venier: ho letto che è molto studiato dai professionisti per alcuni interessanti concetti di architettura.
Poi, il marmoreo bianchissimo Palazzo Savorgnan che appunto dà il nome al giardino.

Se uscite sul Canale di Cannaregio fermatevi sotto a contemplarli.
A me ha molto colpito la scultura dei due scudi del Savorgnan, impressionante. Oltre ovviamente all’imponente facciata di pietra bianca bugnata.

Domani altre notizie.

Ciao! 🙂🖐

Muovendoci per i vialetti del giardino, possiamo scorgere tra la vegetazione questa serie di casette abusive 😄

No dai, davvero 🙂 … Venezia è sempre stata una città di gatti, anzi, una volta mi pare che ce ne fossero molti di più.

Furono importati da varie parti del Mediterraneo, si pensi al gatto soriano proveniente dalla Siria, abile cacciatore di topi… tra l’altro il nostro Gulliver, adottato da una vicina purtroppo mancata, è un bel gattone grigio soriano che vuole rimanere per metà randagio. (Ancora non ce la sentiamo di privarlo del suo maggior divertimento…).

Ma torniamo ai gatti di Venezia.
Proprio qualche giorno fa ho letto in un post che furono adottati dai Veneziani per combattere la peste, parliamo dal ‘500 in poi, perché appunto cacciavano i topi. In realtà è un’affermazione sbagliata in quanto fino all’epoca moderna non si sapeva che il battere (io lo chiamo così il batterio) della peste veniva veicolato dalle pulci dei topi.

Purtroppo forse è vero il contrario, cioè che loro stessi assieme ad altri animali da compagnia venivano ritenuti responsabili della diffusione… ma non vi voglio rattristire.

Sicuramente è vero che erano ospitati anche sulle galee e le varie navi commerciali per difendere il carico dai topi sempre presenti ovunque, anche ai giorni nostri… chi ha girato Venezia di notte sa di cosa parlo 🐀🐀 😄

Domani usciamo dal giardino su Cannaregio.

Ciao! 🖐🙂

 

Che meraviglia!
Usciti dal giardino per una delle vie del lato verso i palazzi di cui vi ho detto, si sbuca sul rio, o canale di Cannaregio.

Che luce! Che colori!
Consiglio vivamente una camminata almeno fino al Ponte dei Tre Archi che vedete nella foto, per poi ritornare su dal lato opposto.
In questo modo potete ammirare le due facciate dei palazzi che chiudono il giardino e godervi altre architetture stupende.

Come già detto, Palazzo Manfrin con i suoi ripetuti quadrati senza una curva ha un indiscutibile fascino del moderno.

A me piace molto anche il palazzo che vedete in foto sulla destra: Palazzo Surian.
Ha circa 400 anni e sta lì a mostrarci una curiosa asimmetria di facciata assecondando le linee del canale. Sarà per le sue proporzioni (e quel camino lassù che mi fa impazzire) ma lo trovo veramente originale.
Per gli amanti della filosofia e di una certa cultura; fu lì che dimorò Jean Rousseau nel periodo veneziano.

Molto è stato scritto anche sull’origine del nome del canale e del sestiere, e vi sono più teorie.
Cannaregio fa pensare a una derivazione da Canal Reggio, ma come giustamente suggeriscono alcuni studiosi, tale nome sarebbe stato di diritto al Canal Grande, chiamato Canalasso. Più probabile che il nome derivi dalla presenza di molte canne, quindi da Cannarecium.
Delle note storiche, suggeriscono che il canale fosse l’alveo di un fiume, visibile con le basse maree, quindi acqua dolce mista alla salmastra della laguna. (In acqua di mare le canne non crescono).

Chiudo con una curiosità: durante uno scavo nel lontano 1680 venne alla luce una fonte di acqua dolce, si parla proprio di getto, contornata da dei manufatti. Sembra una costruzione anticamente usata per portare acqua alla fontana di un giardino.

Finito!

A venerdì prossimo! Entreremo in uno dei più bei palazzi di Venezia! Ma che dico?! Del Mondo!!

Ciao! 🙂🖐