Una ”cosina” storica… galeas per montes – Navi sulle montagne

Il mio interesse per questa vicenda, è nato qualche anno fa quando sono entrato in possesso di alcuni volumi di ”Istoria della Repubblica di Venezia del Sig. Abate LAUGIER, 1778 in Venezia”.
Si sono rivelati una fonte interessante di notizie e di particolari che non conoscevo.

Nella foto potete osservare una pagina del tomo sesto, dove si parla nientemeno di una delle più grandi imprese militari della storia, quando i veneziani nel 1438-39 fecero arrivare sul Lago di Garda delle navi da guerra, via terra. Sì, avete letto bene; via terra!

Vicenda di cui non avevo mai sentito parlare, nemmeno un cenno a scuola, (sono veneto… ma spesso ero distratto), pur essendo stata considerata fino a quei tempi una delle più grandi imprese d’ingegneria bellica mai riuscite.

Ebbene, io l’ho scoperta per caso da questo libro… e pensare che in quelle profonde e buie acque di Torbole, la zona Nord del Lago di Garda, anni fa vi praticavo regolarmente la pesca in apnea.

Il quadro storico:

Città di Brescia, Repubblica di Venezia, (ricordo che è stata ”serenissima” per secoli quanto altre città venete), era assediata dall’esercito milanese di Filippo Visconti, condotto dall’abile Piccinino, (immortalato dal Pisanello in una delle sue celebri medaglie), il quale teneva anche il controllo sul Garda meridionale, rendendovi quindi impossibile l’ingresso delle flotte veneziane attraverso il Fiume Mincio.

Le milizie venete erano guidate dal valoroso comandante di ventura Erasmo Da Narni, detto il Gattamelata, (lo potete vedere sul suo destriero nel capolavoro bronzeo di Donatello a Padova).

L’unico accesso al Garda era a Nord, sul confine con Trento, proprio sotto alla catena del Monte Baldo (2.200 m. circa).

L’avveduto senato della Repubblica Serenissima, decise di ascoltare l’ardita proposta di un certo Sorbolo Candioto, (proveniente da Creta, anch’essa veneziana), di portavi le navi via terra in una grande impresa, investendovi una quantità di denaro molto importante.

Furono progettate macchine per lo scopo, impiegate centinaia di persone, migliaia di buoi, sradicati alberi, tolti massi e anche case. Si creò una strada di legno su cui far scivolare le navi su dei rulli.

Raggiunta la sommità del punto più basso del monte attraverso una valle, le pesantissime imbarcazioni, (una galea veneziana raggiungeva i 50 metri), furono calate nel Garda attraverso funi e argani con l’accorgimento di spiegare le vele nel momento in cui soffiava il vento da sud, alleggerendole.

Chi lo desidera può approfondire l’argomento sulla pagina di Wikipedia, da lì le due immagini sopra, cliccando su Galeas per montes.

Vi lascio all’ultimo pensiero dello storico Laugier sull’argomento:

Fu paragonato il trasporto di questa flotta al passaggio delle Alpi di Annibale; ed il primo parve ancor più maraviglioso del secondo.

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