Quanto è bella la nostra Venezia.
A questa foto accosto un breve estratto, sicuro che vi farà piacere.
Buona settimana a tutti! 😘
(E non mi sono dimenticato il post sulla mostra fotografica di Inge Morath 🙂)


Vado alla porta e metto il chiavistello.
Prendo un brik di Merlot e lo svuoto dentro al bicchierone di cartone da fast-food.
Afferro lo sgabello d’alluminio da banco bar, e me lo trascino dietro fino alla finestra. La apro e appoggio il contenitore sul marmo.
La nebbia s’è dissolta e non fa tanto freddo.
Ora, il rio, piatto come una lastra di vetro, in parte riflette le luci di superficie, in parte mostra il lato sommerso di questa città.
Le pietre bianche, macchiate da secoli di vita incrostatasi sopra, frammiste alle file di mattoni, spariscono nei fondali tra i riflessi verdi.
I pesciolini, in branco, stanno immobili accampati per la notte sotto una barca, mentre poco distante, un grosso cefalo insonne, gironzola attorno a un palo beccandolo di tanto in tanto.
Poi un urlo, profondo; “Oe!” che lo fa fuggire.
È l’avviso del gondoliere prossimo all’angolo cieco.
Nel silenzio della notte veneziana, appare la prua metallica, lucidissima. Poi le lanterne dalle luci soffuse e la coppia di innamorati, piuttosto attempata, forse amanti.
Infine il gondoliere, che rema energico ma silenzioso, con discrezione.


Da “Aqua Alta – Pierrot” 📔