Consigli per aspiranti scrittori da un imbrattacarte (che ha superato la fatidica soglia delle 100 copie! 😄)

Non ti illudere: il successo è personale, e non è replicabile. 😱

Da sei anni passo almeno mezz’ora due/tre volte a settimana a informarmi su come si dovrebbe agire per farsi conoscere come scrittore… insomma: avere successo, che non significa vendere come King o Follet, almeno per me, ma riuscire a raggiungere i propri lettori in base a quello che si scrive (e come lo si scrive).


Di primo mattino, mi sono letto centinaia di articoli, visto innumerevoli video di interviste e tecniche sia di scrittura che di promozione. Ho anche investito e forse buttato via un po’ di soldini. 🙄
Vero: qualcuno ce la fa, e vende o purtroppo propina il “come e quando” di un successo che sovente si arresta a un libro.
La verità è che parliamo di un percorso lungo e faticoso che va vissuto e perseguito con tenacia senza mai mollare, anche davanti al nulla delle vendite… e poi, beh, non è detto che si arrivi allo scopo.

I guru, nei corsi che vendono, spesso ci propongono esempi di successi da emulare… la realtà è che in un campo creativo come la scrittura, per scrittura intendendo quella che non ci metterà in imbarazzo nell’usare il tanto abusato epiteto scrittore, il successo è un accadimento personale, anzi, intimo, fatto di sofferenza, cattiverie, fallimenti, erotismo, euforia, condivisione, droga, alcol, insonnia, tenacia… non lo dico io, ma lo dicono le biografie dei nostri miti. Ditemi: ma come fa una roba così, talvolta in equilibrio sull’orlo di un abisso, a essere replicabile?

Ci sono le basi, certo: per esempio un testo corretto da un professionista. Altro: non strafare. Intendo non scrivere per autocompiacimento come fanno certi intellettuali, probabilmente googlando i sinonimi più ricercati per farsi ganzi, magari raggiungendo l’unico risultato di inebetirci.
Essere sinceri coi lettori e (cercare di) non montarsi la testa se si ottiene qualche risultato incoraggiante con l’auto-pubblicazione. E dai! Siamo stati tutti bestseller di Amazon in qualche (sotto)categoria; un successo alquanto effimero… no?!

Io per caricarmi nei momenti bui, vado a rivedermi il monologo finale del film The Founder brillantemente recitato da Michael Keaton. Cercatelo su YouTube, è lì che forse sta la chiave di tutto, e l’abbiamo sotto al naso. E se non funziona pazienza, vado a rileggermi la storia di uno dei più grandi geni dell’umanità. Un pittore “morto di fame” e mezzo matto che dipinse mille quadri ma riuscì a venderne soltanto uno: Vincent Van Gogh.

Se davvero avremo scritto qualcosa di significativo e non ne godremo, beh, vorrà dire che rosicheremo nella tomba. A ognuno il suo successo. Il mio ripeto, quello di raggiungere il mio pubblico… ma non troppo ampio; poi rischi di montarti la testa o peggio, di finire col scrivere ciò che credi possa piacere a tanta gente.