Fossi di nebbia e Pax Veneta

Dopo la sanguinosa battaglia di Agnadello (1509), una vera batosta in cui la repubblica rischiò la perdita di tutti i territori se non l’annientamento totale, avendo contro tutta l’Europa, e dopo il miracoloso recupero di quanto perduto in breve tempo; la Serenissima prese coscienza dei propri limiti sul progetto di espansione imperialistica all’intero continente e sul Medio Oriente, e optò per una politica più pacifista.


Le città fedeli di terraferma, lo Stato da Tera, godettero dei frutti della così detta Pax Veneta; decenni di pace in cui poterono accrescere la propria ricchezza e svilupparsi sotto la protezione del leone alato di San Marco, il quale incuteva ancora tanta paura agli eserciti di tutto il mondo terracqueo, per terra e per mare, appunto.


Ma, essendo la Serenissima una grande nazione avveduta, anzi, un impero di più regni, si invita il cortese lettore ad approfondire il significato dei tre pili in Piazza San Marco, lungimirante fece comunque rinforzare le difese di queste città suddite, in realtà dedite, con opere grandiose di cui tutt’oggi ne godiamo sia le mura, sia le colossali porte, sia le grandi spianate difensive in corrispondenza a queste, ovviamente se rimaste inviolate da certa scellerata urbanistica contemporanea.


Tra le misure difensive, oltre a grandi opere murarie di massimi architetti quali il veronese Michele Sanmicheli, che pure non disdegnava qualche lavoretto sul Canal Grande, vedi Palazzo Grimani, si idearono altre difese innovative e originali. A tal proposito si ricorda il progetto di difesa sottomarina lagunare presentato da Leonardo Da Vinci al Senato della Repubblica, in parte arrivato a noi grazie al Codice Arundel, e, finalmente, arriviamo a difese innovative come il: fosso della nebbia, ideato dal genio veronese: El Caigo Foresto.


Ma di cosa si trattava?


Descrivendone il principio, molto banalmente, ne si chiede venia, diciamo che il fosso che accerchiava la fortezza o la città veneta, anziché con acqua, veniva riempito di nebbia.
In caso d’assedio questa barriera di origine naturale, ma sapientemente governata dai nebbiaroli, causava grande confusione tra le fila nemiche facendo perdere ogni orientamento. Seguivano tumulti, ferimenti, uccisioni e persino punizioni corporali auto-inflitte. Stradioti sui bordi (cavalleria mercenaria veneta) e fanti appostati sulle mura potevano ridersela beatamente sentendone i lamenti, le grida o le risate di follia.
Un particolare vantaggio era che in alcune città della pianura padano-veneta, primeggiante su tutte Rovigo, questa difesa poteva essere attivata a costi militari irrisori per 365 giorni all’anno.

Nell’immagine testé proposta, si scorge la città di Montagnana con le sue splendide mura immortalate nei primi brevi attimi in cui il maggiore fosso difensivo sta per essere riempito di nebbia. (Ph. Arch. rievocazione storica 2023).

Certi della nostre fonti storiche, certificate dal web. Speranzosi di aver fornito una interessante lettura porgiamo i nostri migliori e più cordiali saluti.

Comitato Storico-Scientifico Veneto AP421

Scusatemi… avevo voglia di un po’ di leggerezza e ho creato questa cosa i-ro-ni-ca (meglio scriverlo).

I fossi di nebbia e il suo ideatore El Caigo Foresto sono un’invenzione che ho voluto miscelare a notizie e fatti storici accertati e forse interessanti.
La Pax Veneta è davvero esistita, anche la Battaglia di Agnadello frutto della Lega di Cambrai, nata dall’unione delle altre grandi potenze europee, più qualche stato italiano, per “cancellare Venezia dalle cartine”. Così come troverete fortezze veneziane in Grecia, sulle Isole dell’Egeo e per il Mediterraneo.
Venezia fu davvero capitale di un impero, anche se oggi (in Italia) considerato solo dal punto di vista commerciale. Ma basta vedersi un documentario straniero o metter mano a un buon libro per farsene un’ idea. I pili dei tre regni in Piazza San Marco sono reali, tra l’altro mi sembra nemmeno sostituiti da copie (Cipro, Creta, Peloponneso). Infine, è reale anche il pazzesco progetto militare subacqueo di Da Vinci, di cui troverete informazioni nei suoi codici. Persino i pittoreschi e “peculiari” cavalieri Stradioti sono esistiti.
Spero di avervi divertito… e non solo.