Quello che segue è dal racconto in scrittura (linguaggio “esplicito”), La Guerra Abissale di Venezia.

Dopo la Bomba ☢️ …


“Ha! L’hanno sganciata finalmente! Bravi ragazzi!”
“Sganciata Colonnello?”
“Non temere, tu non morirai! Sopravviverai a tutto questo, fortunata puttanella!”

Passata l’onda elettromagnetica, uno dei bellissimi quadri alle pareti continuò a vibrare di luce propria. Sembrò attirare la sua attenzione. Si avvicinò con passo marziale.
“Lo sapevi, giovincello, che ci potesse ancora essere tanta bellezza tra queste tenebre?”
Rimasi in silenzio stupito di questo suo riguardo per l’arte.

“Occupato tutto il sestiere di Castello l’Amministrazione ha preteso un accurato inventario delle opere d’arte rimaste integre. Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Bellini, Veronese… tutti. Ma questo ne era fuori, e nessuno capiva da dove provenisse. Nessuno badava a questo topo grigio. Poi, alla prima bomba nemica subacquea come questa di poco fa; classe radiogena, diventò blu, blu come quella cosa che chiamavamo cielo, blu proprio come lo vedi adesso che ha ripreso vita. Scoprirono così che si trattava di un fottuto Guercino, un capolavoro nascosto e dimenticato sotto secoli di fuliggine ancor prima della guerra… l’umanità! Che stronza!” sentenziò in modo solenne.
Una scossa mi percorse la mano seguita dal pensiero di quella lampreda che succhiava il mio osso.
Alzai il braccio bionico. Lo portai faticosamente sopra la faccia. Lo ruotai studiandolo con curiosità.
“Ti piace?”
“Sì Colonnello!”
“Bene. Tutto inox, ti durerà a lungo. La fiocina è intercambiabile, ci puoi caricare anche un arpione.”
Entrò un’infermiera, probabilmente la stessa dell’operazione. Senza nemmeno osservarmi si avvicinò al comandante. Si baciarono senza amore, ma con intenso erotismo. Uscirono celando una certa complicità mentre il comandante le teneva la mano sul sedere.
Non lo rividi più per almeno due settimane.