Qualche giorno fa, parlando con un amico, anche lui appassionato del mondo acquatico, è uscito il discorso, a me non nuovo, circa la possibilità che a Venezia, nei canali, ci potesse essere qualche forma di vita.

Questa persona, probabilmente tratta in inganno dal cattivo odore che a volte si sente uscire dai canali, non ha mai pensato di stendersi a pancia in giù sopra la bianca pietra d’Istria di una fondamenta, e mettersi ad osservare cosa può accadere sotto a un ponte o una barca.

Gli racconto così di quel pomeriggio di fine maggio di alcuni anni prima, dove vicino a Campo Santo Stefano, con uno spritz in mano, appoggiato al muretto, ho notato sotto a un barchin un gruppo numeroso di pesci di grosse dimensioni che si stava azzuffando, forse in corteggiamento, pesci che mi sembravano nientemeno che branzini (spigole).

Col tempo poi, tornando, ho notato la presenza di alcuni pescatori appostati nei punti più curiosi, tipo dietro i pontoni del Canal Grande, (i pontili galleggianti dove si prende il vaporetto), in punti decisamente impervi.
Beh, se non ci fossero stati pesci che ci sarebbero stati a fare lì?
Ovviamente non mi sono fermato alla mera osservazione in prima persona, ma ho anche approfondito.

Elenco qualche pesce e non solo, vero abitante della città, visto che quelli dell’ambiente lagunare, data la sua complessità, meriterebbero una trattazione ben più profonda (e seria) per il numero di specie.

Basta un po’ di bassa marea per scorgere sulle paline (i pali di legno) vari molluschi come lumache acquatiche e patelle, i balani; cirripedi che sembrano dei piccoli vulcani, i veneziani li chiamano ”denti de can”, peoci, ossia pidocchi, le cozze, ascidie; forme di vita simili alle spugne ma molto studiate in quanto provviste di una spina dorsale per un breve periodo di vita, (i nostri antenati?), ed altri organismi di tipo fisso. E poi ovviamente tutta la parte vegetale.


Tornando ai pesci, ce ne sono di piccoli, tipo il latterino, ossia le acquadelle, quelle che spesso si trovano nel fritto o accompagnate alle patatine, ma anche di più grandi tipo cefali di varie specie, pesci di fondo come i ghiozzi, chi dice anche anguille, che sicuramente c’erano fino al dopoguerra, (la gente le pescava nei canali fuori casa per sfamarsi) e come già accennato io penso d’aver visto delle spigole.

Anche se in centro storico di pescatori ne ho visti diversi, è più facile incontrarne sulla Riva degli Schiavoni, ossia quella lunghissima passeggiata che va da Piazza S. Marco, verso sinistra, fino all’Isola di S. Elena, bellissimo e curioso quartiere residenziale, con la sua chiesa antichissima affiancata dallo stadio.
”Ma lì c’è mare!”, diranno in molti.

Invece no; si tratta sempre della stessa acqua lagunare che a sua volta si rinnova nelle bocche di lido.
Il rio, il canale, va visto come un fiume che scorre quasi prepotentemente. L’acqua della città si rinnova due volte al giorno con le maree, fenomeno facilmente osservabile anche dai meno esperti.

Comunque, se vi capita di pescare dei pesci a Venezia centro storico, e non siete economicamente disagiati, vi consiglierei di liberarli o almeno di informarvi prima di passarli in padella. Inoltre sappiate che potete trovare del pesce fresco di tutte le provenienze nelle pescherie o nei mercati sparsi per i campi, per non parlare di Rialto, contesto unico assolutamente da visitare nei giorni lavorativi, (forse fotografato dai turisti quanto San Marco), fornitissimo e a prezzi abbordabili.

Aggiornamento Marzo 2019.

Assieme al mio bambino Jacopo, questo inverno, abbiamo trovato un rio dove gettando delle briciole, un gran numero di pesci accorrono a banchettare, creando un gran scompiglio sotto lo sguardo di turisti increduli e meravigliati.