Eccoci al solstizio d’inverno! Due parole sul libro che ho appena scritto. 🙂📚📖

Si tratta di una storia nata come un racconto ma conclusasi come novella; un romanzo breve. Spero ne sia valsa la pena.
Una storia liberamente ispirata a un brano di F. Durrenmatt letto anni fa che mi è molto piaciuto.

L’ambientazione del racconto distopico-militare dello scrittore è sulle vette dell’Himalaya, mentre io l’ho trasposta negli abissi marini in una Venezia del futuro inabissatasi, ma grazie a questo unica città superstite del pianeta.

È in questa Venezia di ruderi, calli, chiese e palazzi isolati dal mare, in questa Venezia radioattiva e pericolosa, che si svolge l’ultima parte del conflitto della terza guerra mondiale.

Bordelli, ospedali, omicidi, mutanti, tele di grandi maestri veneti, persino l’amore, ma sopratutto l’esistenza del nemico come assioma assoluto, caratterizzano questa avventura negli abissi, che ovviamente oltre a intrattenere (lettori un po’ di nicchia) vorrebbe insinuare un’analogia (su cui pensare) con l’altro grande abisso: quello umano.

Il linguaggio a tratti è volgare e cameratesco sia per tenere il passo col racconto di Durrenmatt, sia per coerenza, quasi un’idiosincrasia alla tanta piaggeria che di questi tempi va sempre più diffondendosi tra scrittori e benpensanti.

A tratti, invece, la prosa si fa più morbida, quasi sentimentale…
[…]
Si alzò, mi venne incontro a piccoli passi strusciando la muta a penzoloni sul pavimento. Io rimasi a terra, rannicchiato, confuso dai nuovi pensieri, confuso dal ricordo della sua chioma bionda, dalle sue spalle dritte, dagli occhi blu, e ora anche verdi e grigi, a ricordarmi i colori della natura di superficie. E accidenti a quella rotondità sul mento sporgente. A quella pieghetta sotto le labbra blu, talvolta giusto accennata come l’orizzonte curvilineo di un’alba infinita sull’oceano.
Alla Rotonda e in tutta la vita mai ebbi modo di vedere tanta bellezza unitamente a intelligenza e scaltrezza. Ero in piena contemplazione.

…..

Tornando a noi, avevo iniziato la scrittura tempo fa pubblicando il primo capitolo sul blog, lo trovate CLICCANDO QUI, poi una lunga pausa; un’empasse, dovuta alla difficile parte di astrofisica nell’originale, se qualcuno di voi l’ha letto capirà senz’altro. Ma poi questa estate d’improvviso è arrivata la soluzione, (ci ho persino scritto un racconto – sincero – per ricordare a me stesso le condizioni di come s’è presentata), con l’ingresso nella guerra abissale di una donna e poi l’amore, anche se declinato nelle sue forme più sofferte: il mancato possesso, l’attesa snervante, l’impotenza, il distacco, l’accettazione. La speranza.

Che altro dire?
I tempi…
lo devo rileggere, completare e tagliare, e poi limare essendo abbastanza complesso. 🤓
Non perché sono cool (figo), anzi, ma perché vi sono dei salti narrativi che richiedono un po’ d’attenzione… insomma: rischia di risultare un pastrocchio se non ben scritto ed io (piccolino) non me lo posso di certo permettere. 😅

Finita questa fase andrà tra le mani della mia editor, una professionista, ma solo per la correzione. Non posso pagarmi un editing completo; nei mesi invernali ho già tante spese con la ditta, e tengo pure famiglia. Tanto comunque lo (ri)farà l’editore, se accadrà in un futuro remoto. Portate pazienza e leggetelo come fosse un manoscritto corretto… come altri miei libri del resto. 🙂

Il titolo è “La Guerra Abissale di Venezia”, ne trovate un abbondante assaggio tra i racconti gratuiti nel mio blog. Mentre il racconto a cui mi sono (molto) liberamente ispirato è “La Guerra Invernale del Tibet” di F. Durrenmatt.